I dati parlano chiaro: nelle prime quattro settimane di palinsesto Rai, dal 10 settembre al 7 ottobre, la rete nazionale ha perso ben 248mila telespettatori al giorno rispetto all’anno precedente. Mediaset è così riuscita ad avere la meglio. E ciò vale soprattutto nel confronto Canale 5- Rai 1. A conti fatti, la Tv di Stato, nel complesso, guardando al medesimo periodo del 2022, ha perso in un mese circa 7.5 milioni di utenti.
Le novità Rai vanno male
Secondo l’analisi de La Repubblica, la colpa è anche dovuta al fatto che sono stati infilati, nel ventaglio dei presentatori, “gli amici del Governo”. L’esempio più emblematico è quello di Pino Insegno e del suo Mercante in fiera, inchiodato intorno al 2%. Ma anche Agorà, condotto da Roberto Inciocchi ha perso 89mila telespettatori rispetto allo scorso anno.
Un altro esordio flop è stato quello del programma di Nunzia De Girolamo, Avanti popolo, che ha preso il posto di Carta Bianca di Bianca Berlinguer, migrata su Rete Quattro. Il programma infatti ha totalizzato un deludente 3.6% di share. Dunque il talk è stato surclassato dalla concorrenza e ha totalizzato gli stessi ascolti di Tv8 con la replica di Pechino Express.
La De Girolamo aveva anche ideato uno sketch alla Sandra e Raimondo, invitando suo marito Francesco Boccia. Lui esponente del centrosinistra, lei con alle spalle una lunga militanza nel centrodestra. La De Girolamo è stata quasi doppiata da È sempre Cartabianca su Rete 4, condotto dalla Berlinguer; e triplicata dalle Iene condotte da Veronica Gentili.
Con la svolta sovranista i talk non badano a spese, i costi, sempre come riferisce Repubblica, in certi casi sono raddoppiati, se non di più. Basti pensare che una puntata di Avanti popolo è costata 200mila euro, contro i 40mila spesi quando andava in onda Carta Bianca.
Altra novità per ora da dimenticare è La volta buona di Caterina Balivo, sotto di non poco rispetto ai risultati di Oggi è un altro giorno di Serena Bortone. Pure la novità Max Giusti su Rai Due sta andando maluccio.
“Per decenni il pubblico ha assegnato alla Rai la preferenza nel racconto ragionato, settimanale, della politica”, ha spiegato l’esperto Francesco Siliato, media analyst dello Studio Frasi. E ancora:
“Ormai da un po’ di tempo è passata in seconda posizione, ma martedì sera è stata l’ultima ruota del carro. Nonostante la guerra in Israele e altri eventi di enorme rilievo, il talk della terza rete non ha neppure saputo raccogliere più attenzione di Pechino Express. Si tratta di una grave perdita di centralità, al punto da risultare controproducente anche per chi ha giocato con le nomine immaginando di trarne un vantaggio. Pesano le scelte sui programmi e sui volti: se imponi amici e parenti, anziché talenti, chi guarda la tv se ne accorge e ti punisce”.
L’ad Roberto Sergio chiede tempo
Ma secondo l’amministratore delegato Roberto Sergio “ci vuole tempo per abituarsi ai cambiamenti“. Il dirigente si è detto indignato, parlando, fuori luogo (ma quale violenza, semplicemente i nuovi show non vanno bene e la stampa lo rileva), di onda mediatica piena di violenza contro questi cambiamenti Rai, in particolare nei confronti di Pino Insegno. In questo caso Sergio ci ha tenuto a ribadire che “il programma non verrà chiuso“, poiché il comico “è un professionista serio“. A tal proposito ha confermato anche alcune voci di corridoio: Giletti torna in Rai.