C’è aria di malcontento in Rai. Basta guardare i palinsesti estivi e gli ascolti per capire che c’è decisamente qualcosa che non va. Oltre alle prime serate inesistenti fatte dalle repliche dei programmi cancellati e alla sospensione di Alberto Angela, ora c’è pure il caso Techetecheté. Dopo anni di onorato servizio, il programma dedicato alla storia della TV sta perdendo colpi, finendo addirittura sotto i video di repertorio davvero riciclati di Paperissima Sprint. Il problema della Rai sembra essere sempre il piazzamento: Noos cancellato perché proposto contro Temptation Island e Techetecheté sacrificato tra Europei prima e Olimpiadi ora. L’idea del varietà nostalgico Michele Bovi, ha confessato a Dagospia cosa ne pensa di quello che è diventato il suo programma e di quello che deve cambiare per tornare in auge.
Techetecheté era nato nel 2012, figlio di precedenti esperimenti sugli archivi Rai, come Supervarietà e DaDaDa. L’idea era geniale: ogni puntata a tema con montaggi non solo da programmi e sketch di intrattenimento ma anche segmenti più autoriali con personaggi del panorama intellettuale. E ha funzionato per molti anni, finché qualcosa non si è rotto. Tutta colpa della Rai, secondo Bovi.
“Techetecheté è una tortura da 41 bis” La Rai si può ancora salvare?
Michele Bovi non è più a capo dell’Intrattenimento in Rai, oggi c’è Marcello Ciannameo, per il quale Bovi ha dei consigli. Nell’intervista rilasciata a Dagospia, Bovi commenta quello che è diventato Techetecheté come una tortura da 41 bis, parole forti ma non senza ragione. Dopotutto il pubblico sono anni che si lamenta delle stesse identiche scene riproposte ogni sera. Poi ci sono state le serate di Evviva! Condotte magistralmente da Gianni Morandi, poi il Techetecheshow di Flavio Insinna, I Migliori Anni e compagnia cantante. Insomma, la Rai sta spremendo la stessa arancia da anni e il pubblico non ne può più. Bisogna cambiare direzione. Bovi rivela che le teche sono piene di video di repertorio mai toccati, di programmi perduti e dimenticati, perché dobbiamo riproporre l’ennesimo Azzurro di Adriano Celentano ogni sera?
Una volta all’anno Adriano Celentano che canta Azzurro con le ballerine che fanno il trenino è una delizia per gli occhi e la memoria. Una volta a settimana diventa una penitenza da 41-bis
Techetecheté dovrebbe fermarsi per un anno, il tempo per gli autori di mettere mano alle teche e creare un repertorio completamente nuovo, per quanto nuovo può essere un repertorio. Gli autori sono forti in questo momento, dice Bovi, ma vanno lasciati lavorare alla ricostruzione dei materiali. Basterebbe dunque così poco per salvare un programma importante sulla storia della televisione e per valorizzare tutto il materiale custodito nelle teche? Speriamo che il direttore dell’intrattenimento Ciannameo ascolti le parole di Bovi e decida di dare una spolverata sia alle teche che a Techetecheté, sennò c’è davvero il rischio di finire per disprezzare i grandi nomi della televisione italiana, se si continua a martellare gli italiani con gli stessi video.