La morte della Regina Elisabetta II chiude un capitolo della storia e ne apre un altro, con il ritorno a Londra di un re, Carlo III. Pochissime persone, oltre i suoi familiari, hanno avuto la possibilità di conoscerla e viverla da vicino quotidianamente. Tra queste c’è indubbiamente Dickie Arbiter, il suo segretario e portavoce. Lui è, indubbiamente, una di quelle persone più vicine ai segreti della Corona. A distanza di ore dal triste annuncio di Buckingham Palace, l’ex segretario della monarca si svela in una inedita intervista su La Repubblica.
Il primo incontro con la Regina, morta ieri 8 settembre 2022 a 96 anni, avvenne nel lontano 1988, precisamente a luglio. Arbiter aveva appena iniziato a lavorare per il Palazzo reale e fu invitato a Balmoral, proprio dove Sua Maestà ha trascorso le sue ultime ore di vita. Gli fu anticipato che avrebbe condiviso un picnic con Elisabetta II, che spuntò “dal nulla” e lo invitò subito a seguirla: “Dai, saliamo in macchina!”. Saliti sul Range Rover, guidato dalla Regina arrivarono al cottage di Balmoral, dove mangiarono “qualcosa al volo, tra posate di plastica e contenitori Tupperware”.
Un racconto esclusivo che dipinge Elisabetta II come una persona affabile.
“Io ero paralizzato e non ricordo le poche frasi che mi permisi di dire. A un certo punto, sparecchio e mi appresto a lavare i piatti. Ma una voce mi fa: ‘No, aspetta!’. Chi era? La regina Elisabetta! Che mi disse: ‘Io lavo i piatti, tu li asciughi’. E così facemmo. Che meraviglia”.
Oggi Arbiter è certo che alla Regina piacesse come persona, sebbene non sopportasse le sue “cravatte sgargianti” per cui una sera lo rimproverò di fronte a tutti. Aveva un gran senso dello humour la monarca, che “sapeva sapeva rompere il ghiaccio come nessuno”. Nessuno si permetteva di parlarle in modo diretto, bensì era lei a parlare e gli altri semplicemente rispondevano.
“Ma se la guardavi negli occhi, sì, riconoscevi il suo humour inconfondibile. E soprattutto, trattava tutti allo stesso modo”
Arbiter c’era nel 1992, anno definito ‘annus horribilis’, poiché la Regina si ritrovò ad affrontare diverse questioni delicate. Il divorzio della figlia Anna, ma anche l’uscita della biografia di Lady Diana. E ancora il rogo al Castello di Windsor e la separazione tra il figlio Andrea e Sarah Ferguson. Elisabetta II lo chiamò ‘annus horribilis’ prendendo ispirazione da una lettera ricevuta da uno dei suoi amici di corrispondenza, ovvero Sir Edward Ford, l’ex vicesegretario privato.
“Quello sì, fu l’anno più difficile per lei, più degli ultimi con gli scandali di Andrea e la fuga di Harry e Meghan”
Un’altra situazione difficile da gestire fu quella legata a William e Harry, durante il periodo successivo alla morte di Diana. “Ma ce la facemmo”, spiega. E, a questo punto, dell’intervista non si può non entrare nel vivo di uno degli eventi più discussi al mondo.
La Regina è stata spesso accusata con molte teorie di complotto contro Lady Diana. Come riuscì ad affrontare il tutto? Questo è sicuramente un dettaglio che ha generato molta curiosità nel mondo, a cui si trova ora una parte della verità.
“A Buckingham Palace si viveva una certa esasperazione. Anche perché la regina non sopportava che si lavassero i panni sporchi in pubblico. Ma ‘keep calm and carry on’. La regina è andata avanti, credendo nei suoi principi e nel senso del dovere, fino agli ultimi giorni della sua vita. Dopo la morte di Diana la accusarono di non essere triste, ma si è comportata allo stesso modo quando spirarono sua sorella, sua madre o persino Filippo”
L’ex segretario della monarca più longeva fa notare che i reali non possono mostrare “emozioni o sentimenti”. Il motivo? “Non vogliono essere interpretati. Per loro è come una ferita in un’armatura”, spiega. L’eccezione c’è stata solo per il suo Filippo, perché “è stato davvero l’unico uomo della sua vita”. Sebbene fosse un piacione, lo stesso valeva per il principe, deceduto il 9 aprile 2021: “Nessun altro per lei è esistito in 73 anni”.
Altri dettagli che oggi Arbiter può svelare riguarda il rapporto tra Elisabetta II e il nuovo re Carlo III. Tra loro “ci sono stati momenti tesi”, in particolare durante il divorzio da Lady Diana. Nonostante ciò, assicura che Charles ha sempre avuto un buonissimo rapporto con i suoi genitori. Elisabetta II è diventata regina molto giovane e, dunque, ha avuto poco tempo a disposizione per i suoi figli.
Questo è probabilmente il problema per cui “Carlo ha sviluppato questa fobia di essere trascurato”. Col tempo, il nuovo re è riuscito a comprendere, avendo avuto invece la possibilità di crescere i suoi due figli William e Harry.
La cosa che ha più sorpreso Arbiter durante gli anni trascorsi a Buckingham Palace è la stabilità della Regina. “Il suo pragmatismo. Qualcuno ha detto in passato ‘la regina è cambiata’. No. Elisabetta II non cambiava mai. Al massimo si adattava”. Ma cosa faceva ogni giorno la monarca?
“Si svegliava, leggeva tutti i giornali, guardava la tv, si preparava per gli eventi. Amava portare a passeggio i cani corgie. E religiosamente si occupava delle ‘red boxes’ con i segreti di Stato”.
Infine, l’ex portavoce conferma che scriveva un diario: “Ma non credo lo vedrete mai”.