Per la prima volta da 30 anni a queta parte Sigfrido Ranucci, coautore e conduttore di Report, non si paleserà alla presentazione dei palinsesti della Rai, evento previsto per venerdì 19 luglio, a Napoli. Ad annunciare il forfait è stato il diretto interessato nel corso di un incontro con il pubblico sul suo volume La scelta (Bompiani), alla 23/a edizione del Libro Possibile. Il giornalista ha tuonato contro l’azienda per cui lavora, affermando senza giri di parole che una trasmissione come Report merita più rispetto.
Sigfrido Ranucci contro la Rai e in difesa di Report
“Non parlo della Rai, vorrei evitare un procedimento disciplinare… posso dire che per la prima volta a distanza di 30 anni non andrò alla presentazione dei palinsesti”. Così Ranucci che ha però poi parlato ancora della tv di Stato, con tanto di bordata ai vertici. Bordata giunta quando gli è stato domandato se il suo forfait ai palinsesti scaturisca dal fatto che la Rai pare che voglia spostare il suo programma: “Credo che Report, una risorsa interna, essendo stata premiata come la migliore trasmissione di informazione, quella che incarna di più il servizio pubblico, meriti in assoluto più rispetto“.
Nel suo libro, il conduttore di Report punta il focus sulla libertà d’informazione e dei rischi che in questo momento ci sono per un programma come quello che dirige su Rai Tre. Da un lato Ranucci ha spiegato che in Italia si è sempre sentito libero, dall’altro ha sottolineato che c’è la necessità di “mettersi d’accordo su quanta energia devi impiegare per difendere questa libertà di stampa, per renderla più divulgabile. Su quanta forza hai ancora per difendere questo e il diritto dei cittadini di essere informati”.
Il giornalista ha quindi rimarcato che uno dei motivi che lo spingono a non mollare è l’affetto riscontrato tra la gente che ha seguito il suo tour legato alla presentazione del libro. L’ondata di stima che ha percepito è stata un toccasana e una sorta di premio più che gradito per tutto il lavoro svolto durante gli anni. “Il tour – ha detto – mi ha fatto riconciliare con le scelte fatte in questi anni di privilegiare il pubblico come unico editore di riferimento, senza avere nessun padrino politico, dei poteri forti. L’aver scelto di rimanere me stesso. Credo che l’indipendenza sia uno stato dell’anima“.
Ranucci contro i politici: “Abbiamo il record mondiale di denunce”
Ranucci ha inoltre ricordato che in Europa, nonostante ci consideriamo il Continente maggiormente progredito, negli ultimi anni ci sono stati cinque giornalisti uccisi, fra cui Daphne Caruana Galizia a Malta, Peter R. De Vries in Olanda e Giorgos Karaivaz in Grecia. “Stavano indagando sui rapporti tra la politica e la criminalità organizzata e non hanno ancora avuto giustizia – ha evidenziato il conduttore -. Poi in Italia abbiamo 270 giornalisti che sono tutela, 22 completamente sotto scorta. Abbiamo il record mondiale di politici che denunciano i giornalisti e abbiamo delle leggi liberticide che sono state approvate o stanno per esserlo”.
Ranucci ha poi messo in guardia da alcune mosse governative italiane, sostenendo che “si prevede il carcere per i giornalisti che divulgano notizie illecitamente raccolte. Penso ai colleghi del consorzio del giornalismo investigativo come Icij o Irpi che hanno realizzato inchieste straordinarie”. Il riferimento è, ad esempio, a coloro che hanno fatto trapelare gli scandali dei Panama Papers o dei Paradise Paper.
Il conduttore, in particolare, ha ricordato che tali inchieste hanno mostrato in che modo alcune risorse sono state sottratte alla collettività. Quindi “meno sale di terapia intensiva, meno maschere per l’ossigeno, meno insegnamento, meno welfare, meno strade sicure portate nei paradisi fiscali a beneficio anche di ricchi politici”.
Quelle informazioni sono state raccolte “anche da attività di hackeraggio fatte nei centri di grandi transazioni finanziarie. Ma mentre negli Usa il consorzio Icij è stato premiato con il Pulitzer, qui rischierebbe il carcere. Poi c’è chi vuole impedire di dare i nomi degli arrestati, di parlare dei rapporti con terzi. Il corto circuito potrebbe avvenire ne 2025 a gennaio quando entrerà in vigore la Cartabia con il meccanismo dell’improcedibilità”.
Ranucci: “Giusto avere paura”
Infine, quando gli è stato chiesto se è giusto avere paura, ha replicato che sì, è normale. “Io sono stato in contesti di guerra, è giusto avere paura perché serve a salvare la tua vita e quella delle persone che ti stanno vicino”, ha concluso.