Roberto Baggio, il mito del Divin Codino, un pezzo di storia del calcio e un uomo ‘normale’ e per questo, in un’epoca dove tutti cercano l’eccesso, una persona fuori dagli schemi. I suoi colleghi, quando devono appendere gli scarpini al chiodo, vanno in confusione. Spenti i riflettori, si trovano spaesati. In pochi imboccano con successo la carriera da allenatori o dirigenti sportivi, in molti (e questo è il lato oscuro del calcio, seppur se ne parla poco) si deprimono e scialacquano interi patrimoni, rimanendo drammaticamente con la mente ancorati a quel rettangolo verde che non calcheranno più. Non lui, non Baggio: quando gli si chiede se gli manchi il calcio risponde senza troppo girarci attorno che “no”, dopotutto non gli manca ed è felicissimo così. La vita va avanti e ci sono molte altre cose belle, non si esaurisce tutto là, in campo.
Lui, divo del pallone, non appena si è ritirato, è sparito dai radar di tv e giornali. Non gli sono mai interessati. “Mi piaceva giocare, tutto qui“, ha spiegato in più occasioni. Non è andato lontano. No, nessun viaggio intorno al mondo, nessun trasferimento alla ‘scoperta dell’America’. La sua America è dove è nato, in provincia di Vicenza (nel comune Altavilla Vicentina), dove vive attualmente.
Oggi Roby fa una vita appartata, agricola. Alleva animali, coltiva piante ed è contento. Le telecamere? Vade retro! Al suo fianco c’è Andreina, sua moglie, 53 anni (l’ex calciatore 54). Un matrimonio lungo 32 anni, a cui ne vanno aggiunti sette di fidanzamento. E pure qui il Baggio è ‘extra-ordinario’: lo stereotipo del giocatore che spopola imbastendo relazioni vip non fa per lui. Mai andato per discoteche e locali. Quando giocava, nei ritiri, preferiva sfidare i compagni a carte e poi coricarsi. Perché lui è di un’altra pasta, è così, ‘normale’. Se ne va in giro con la sua Panda 4×4 perché è comoda, funzionale ai lavori in campagna, una garanzia. “Mica puoi andare in giro con il Ferrari qui”, rispondeva in una intervista del passato, mostrando la sua tenuta agricola. E poi c’è l’affetto dei suoi tre figli: Valentina, Mattia e Leonardo.
Dopo anni di buen ritiro, ha fatto un’eccezione, uscendo dal guscio per il film targato Netflix dedicato alla sua carriera. “È emozionante – ha detto alla presentazione del film – non succede spesso. Io non volevo fare il film perché alla fine dicevo ‘Cosa vuoi che interessi alla gente della mia storia’. Grazie alla spinta del mio manager e di mia moglie l’ho fatto. Ero prigioniero della mia timidezza e mi sentivo inutile per una cosa così grande. Per fortuna vivo una vita molto semplice fatta di piccole cose ed è la mia natura che mi porta a questo. Oggi se uno prende le cose troppo sul serio finisce male”.