Danza con me, la serata evento di Rai1 in onda il 1° gennaio con Roberto Bolle, premiata dagli ascolti ed elogiata dal direttore generale della tv di Stato Mario Orfeo, mette d’accordo anche i critici televisivi. Ecco le loro recensioni tratte dai quotidiani.
Roberto Bolle-Danza con me, le recensioni dei critici televisivi
Aldo Grasso sottolinea sul Corriere della Sera: “Il protagonista della serata non è più il balletto, ma diventa Roberto Bolle, il personaggio Bolle. Per farcelo conoscere meglio, il buon Bibi Ballandi ha pensato di invitare alcuni amici con il compito di tirar fuori i lati meno conosciuti del ballerino, di presentarcelo sotto una nuova veste, lontana dagli stereotipi di maniera. L’idea più bizzarra è stata quella di far condurre la serata da Marco D’Amore, il Ciro di Gomorra uscito di scena (nella finzione) non nel migliore dei modi. L’effetto straniante non si è fatto attendere, ma forse non nel senso desiderato: in certi momenti sembrava di assistere a un dialogo fra Fabio Fazio e Roberto Saviano. In questa contaminazione fra classico e pop, per fortuna l’unico a salvarsi è stato proprio Bolle, non sempre a suo agio con la parola ma sufficientemente autoironico per convivere con gli interventi di Pif (con la gag del tapis roulant), di Miriam Leone, di Geppi Cucciari, di Tiziano Ferro, di una brava Virginia Raffaele, di Fabri Fibra e di altri ancora. Gli amanti del balletto hanno dovuto attendere la mezzanotte per godersi i pezzi più interessanti”.
Antonio Dipollina scrive su Repubblica: “Si va in prima serata sulla rete ammiraglia, si punta sul totem che cattura comunque il pubblico e tutto intorno si cerca di non essere noiosi, di sorprendere anche un po’, di mescolare i famosi alti e bassi (sono tantissimi) e fare bella figura e non ledere mai la fiducia dello spettatore. Risultato centrato in uno show nemmeno lunghissimo (quindi bene) e in cui la sorpresa derivava proprio dal fatto che funzionava pressoché tutto, tutto era di livello o comuqnue riusciva per come la squadra di creativi e autori e produttori l’aveva pensato – e provato e riprovato, va da sé”.
Alessandra Comazzi su La Stampa: “Una stella indiscussa e mostruosamente brava e bella, tanti ospiti di pregio, la professionalità assoluta di tutti unita al piacere del ballo, della musica, dell’esibizione talentuosa. Persino questa trasmissione, nelle sue oltre tre ore, ha avuto momenti noiosi. E, immagino, non tutto è tecnicamente condivisibile e lui non ha una bella voce. Ma che nella tv generalista si introduca il concetto che oltre il talent c’è di più è una cosa grande”.
Laura Rio su Il Giornale: “Merito della bravura e della dolcezza del ballerino (e dei suoi colleghi) e dell’idea di mischiare alto e basso, di chiamare personaggi popolari come Marco D’Amore, Geppi Cucciari, Pif, Virginia Raffaele, che si sono prestati come «traduttori» dell’arte in parole e sketch adatti al grande pubblico. Merito di un artista come Michael Cotten, l’uomo dei grandi eventi live americani e della produzione della società Ballandi che sa come si allestisce un grande show. E merito anche di chi ha deciso (il direttore di Raiuno Angelo Teodoli) di programmare lo show per il primo dell’anno, dandogli così un posto d’onore, ma soprattutto scegliendo tatticamente una serata con poca concorrenza quando tutti gli altri canali avevano in onda film visti e stravisti”.
Francesco Specchia su Libero: “Sarà stato il ritmo, velocissimo, della narrazione. Sarà la regia caleidoscopica. Sarà che Bolle sembra sempre lo studente vicino di casa – nudo – che si presenta con una fetta di pandoro. Ma insomma, funziona. Non lo rivedrei, ma funziona…”.
Andrea Fagioli su Avvenire: “E’ il padrone di casa ad aver confermato, se mai ce ne fosse bisogno, bravura e versatilità. La danza è il suo linguaggio. Lui stesso ammette di non cavarsela bene con le parole. Ha sempre preferito esprimersi attraverso il gesto e il movimento. Ci riesce come pochi altri al mondo. Se ne sono accorti tutti, anche i telespettatori profani del balletto”.