Ronaldinho ha dovuto fare i conti con la scomparsa di una persona a lui molto cara. Si tratta della madre Miguelina Eloi Assis dos Santos. La donna aveva 71 anni e, come riportato da As, è scomparsa a causa del coronavirus. Era ricoverata all’ospedale Mae de Deus di Porto Alegre in Brasile e, a quanto pare, non è riuscita a superare le complicazioni legale al Covid.
Lo scorso dicembre l’ex fuoriclasse del Barcellona aveva voluto informare tutti sullo stato di salute di sua mamma. L’ex calciatore aveva raccontato che la mamma si trovava in terapia intensiva, dove stava ricevendo tutte le cure possibili. Un’occasione che l’ex calciatore aveva colto per ringraziare tutti i fan: “Vi ringrazio in anticipo per tutte le preghiere, le energie positive e l’affetto che mi dimostrate sempre. Forza mamma”.
Purtroppo, dopo un paio di mesi, donna Miguelina non ce l’ha fatta. Il primo a dimostrare vicinanza al giocatore è stato l’ex club in carriera, l’Atletico Mineiro.
Clube está de luto pela morte de dona Miguelina: https://t.co/5QAiPYpLag
É com enorme tristeza, que o Clube Atlético Mineiro recebe a notícia do falecimento de Dona Miguelina, mãe de @10Ronaldinho. pic.twitter.com/8pEnMuFfkP
— Atlético (@Atletico) February 21, 2021
Subito dopo, sono arrivate anche le condoglianze del Barcellona, il club dove il brasiliano ha militato 5 anni prima di passare al Milan.
O FC Barcelona envia os seus mais sinceros pêsames ao nosso eterno ídolo @10Ronaldinho pela perda da sua mãe. Descanse em paz, Dona Miguelina Elói Assis dos Santos. pic.twitter.com/waL6hZrWXf
— FC Barcelona (@fcbarcelona_br) February 21, 2021
Un altro momento difficile per Ronaldinho che, nel 2020, è stato anche arrestato insieme al fratello e procuratore Roberto de Assis Moreira per essere entrato in Paraguay con un passaporto falso. La detenzione in carcere di Ronaldinho è avvenuta proprio durante la pandemia, ma la mamma è sempre stata il suo primo pensiero
Anche durante un’intervista fatta mentre era al Palmaroga, un albergo dove era in arresti domiciliari: “La prima cosa sarà dare un grande bacio a mia madre, che sta vivendo questo momento difficile sin dall’inizio e chiusa dentro casa per colpa della pandemia. E poi dovrò assorbire l’impatto generato da questa situazione e andare avanti, con forza e fede». Poi la malattia e adesso la tragedia”.
Quella di Ronaldinho non è mai stata una vita semplice. Ha trascorso la sua infanzia nel barrio Vila Nova di Porto Alegre. Suo padre, Joao de Assis Moreira, operaio di un cantiere navale ed ex calciatore dell’Esporte Clube Cruzeiro di Porto Alegre è morto quando lui aveva 8 anni.
Da quel momento, Ronaldinho ha sempre preso come punto di riferimento il fratello maggiore Roberto de Assis, una delle promesse del calcio brasiliano. Proprio quando il fratello ha firmato per il Gremio, l’intera famiglia si è trasferita all’interno di una nuova casa donata a Roberto che, purtroppo, ha dovuto dire addio alla carriera dopo un brutto infortunio.
In compenso, Ronaldinho è diventato uno dei giocatori più forti della storia del calcio.