Nuovi problemi in arrivo per Amadeus e il suo Festival di Sanremo 2021. Nei giorni scorsi il conduttore ha deciso di non mollare il progetto e di andare avanti, rispettando tutte le regole e imposizioni del Comitato Tecnico Scientifico. L’emergenza Coronavirus continua e l’assenza provvisoria di vaccini ha però peggiorato la situazione. Stando a quello che scrive il Corriere della Sera il CTS starebbe valutando l’idea di bocciare definitivamente la kermesse musicale.
A quanto pare il Comitato Tecnico Scientifico ha evidenziato più di una criticità, che potrebbe portare a cancellare per quest’anno il Festival di Sanremo. Il primo punto riguarda la bolla che la Rai vorrebbe predisporre per tutelare tutti i suoi dipendenti. L’idea è quella di effettuare tamponi ogni 72 ore, con ingressi e uscite contingentate, auto targate Rai, pranzi e cene nei sacchetti.
Secondo il CTS però questa bolla potrebbe essere infettata da eventuali contatti positivi: 26 cantanti in gara, ospiti musicali e non. È chiaro che il traffico dietro il palco rischia di essere eccessivo in quel budello che è il backstage dell’Ariston. Altre perplessità riguardano proprio il teatro, che non può essere equiparato ad un qualsiasi studio televisivo. Per questo quasi sicuramente l’idea dei figuranti sarà bocciata.
A far paura anche l’affluenza al Festival di Sanremo e i relativi assembramenti. Di pari passo va la tenuta del sistema sanitario: Sanremo non sarebbe in grado di reggere un’affluenza anomala. La proporzione posti letto negli ospedali-persone in città potrebbe diventare critica. Con un corollario di fondo, sono vietati gli eventi con più di 1.000 persone. E Sanremo ne richiamerebbe di più…
Insomma l’impressione è che la fumata la prossima settimana non sia bianca. Secondo La Repubblica, invece, il Festival di Sanremo potrebbe slittare ad aprile o maggio. Già nei giorni scorsi si era parlato di uno slittamento ma sia la Rai sia Amadeus hanno prontamente smentito chiarendo che l’evento resta fissato dal 2 al marzo 2021.
A favorire l’ipotesi di non andare in onda la prima settimana di marzo, oltre alla questione primaria della sicurezza, è l’idea – appoggiata fin dall’inizio dal conduttore e direttore artistico – di coinvolgere il mondo del teatro e riaprirlo, in tutti i sensi, partendo proprio dall’Ariston.
Si pensa, come propose l’ex presidente di Rai Pubblicità Antonio Marano, a cinque collegamenti nelle serate del Festival con altrettanti palcoscenici, per una ripartenza condivisa di uno dei settori più colpiti dal Covid-19.