Sanremo è alle porte. Sono in tantissimi a chiedersi quale sarà la strategia adottata dalla rete ammiraglia Mediaset per contrastare l’evento televisivo più atteso dell’anno. Che è nuovamente al centro dell’interesse di giovani e meno giovani grazie alla conduzione, ormai consolidata, di Amadeus.
Mediaset quest’anno sembra arrendersi in partenza. Una linea totalmente diversa rispetto a quella dello scorso anno, quando il Biscione aveva annunciato una serrata controprogrammazione. Nel 2023, infatti, per la prima volta dopo almeno 15 anni, Pier Silvio Berlusconi aveva deciso di non fermare il regolare palinsesto nella settimana del Festival, dal 6 all’11 febbraio. E i risultati furono, come ci si poteva aspettare, piuttosto deludenti.
La stessa Maria de Filippi si era dichiarata contraria alla messa in onda di C’è posta per te in contrapposizione alla finale della kermesse. Una scelta che è risultata kamikaze e che aveva sorpreso anche gli addetti ai lavori. Gli ascolti del talk show mariano ne avevano risentito, passando da una media del 25-30% ad un deludente 12,3%. Questa decisione, alla resa dei conti, non ha fatto altro che aumentare l’egocentrismo della Rai.
Gli ascolti hanno premiato il Festival, superando qualsiasi aspettativa e annullando quasi totalmente i potenziali danni della concorrenza. La Rai ci ha indubbiamente guadagnato sul fronte della comunicazione. Allo stesso modo, risultò apprezzabile il voler offrire un’alternativa al pubblico da parte di Mediaset. Ma quest’anno le decisioni del Biscione sembrano muoversi verso una direzione totalmente opposta. Lo stesso Berlusconi, in occasione della conferenza stampa lo scorso novembre, aveva dichiarato:
Non è controprogrammazione di Sanremo, è continuità di programmazione, quindi vado a memoria assoluta per quello che ci dovrebbe essere in onda lì. Il Grande Fratello farà la sua serata, se è previsto un raddoppio, non mi ricordo, anche il raddoppio. Ci saranno Le Iene su Italia uno, Rete Quattro fa tutta la sua striscia di prodotti. Però ripeto, non è controprogrammazione. Sanremo è Sanremo ed è anche il più grande evento di costume e spettacolo che nasca in Italia, quindi questa cosa non solo è vera, ma la rispettiamo. È sbagliato, come ho detto l’anno scorso, che tutta la televisione si spenga. Quindi noi non controprogrammiamo con chissà quali trovate o tentativi folli, ma con un minimo di continuità.
Da novembre qualcosa sembra cambiato. Il desiderio di continuità di Piersilvio sembra essersi arreso di fronte ad un Amadeus sempre più sicuro di sé. Il Grande Fratello, già da qualche settimana, ha rinunciato al doppio appuntamento settimanale, limitandosi alla puntata del lunedì. Memori delle dichiarazioni della De Filippi, si spegne temporaneamente anche la messa in onda di C’è posta per te. Stessa sorte per quanto riguarda Ciao Darwin, che si fermerà nuovamente dopo lo stop della scorsa settimana, in occasione della partita Inter-Lazio.
Uno stop quasi totale. Spazio ai film su Canale 5 per le giornate di martedì, mercoledì e sabato, mentre giovedì e venerdì la rete ammiraglia proporrà un doppio appuntamento del serial turco Terra amara. La serie è entrata nel cuore e nell’immaginario degli appassionati del genere, grazie al suo cast pluripremiato e ai suoi intrighi avvincenti. Per cui sicuramente riuscirà a sottrarre al Festival qualche spettatore. Ma da qui a rappresentare una vera e propria alternativa, ce ne passa.
La decisione di non mettere in competizione i prodotti di punta Mediaset con la kermesse sottolinea il rispetto di Piersilvio nei confronti della manifestazione canora. Sembra però anche suggerire una mossa strategica per non dividere gli spettatori. Sono molto lontani i tempi in cui il Grande Fratello di Barbara D’Urso riuscì ad avere la meglio su una delle serate del Festival, all’epoca condotto da Simona Ventura.
La kermesse, soprattutto negli ultimi 5 anni, ha riacquistato centralità nell’interesse popolare, richiamando l’attenzione di un pubblico di tutte le età, sia in tv che tramite i social. Un evento che non sembra voler arrestare questa sua crescita. Allo stesso tempo, la scelta di Berlusconi cela poca convinzione nei propri prodotti. O, forse, è semplicemente buonsenso. La prima cosa, per chi fa televisione, è infatti tenere in considerazione il giudizio del pubblico. E i dati Auditel parlano chiaro: è meglio non sfidare Amadeus.