Selvaggia Lucarelli aveva assicurato di esprimere il proprio punto di vista riguardo al caso di Angela Carini e Imane Khelif. Alla fine, ha mantenuto la promessa, redigendo un approfondito articolo che ha successivamente pubblicato nella sua newsletter. Nella sua analisi, Lucarelli ha tracciato un parallelo tra alcune tattiche impiegate dai Ferragnez e le azioni dell’atleta olimpica, mettendo in luce sorprendenti somiglianze e differenze tra le due situazioni.
Forse un po’ esagerato l’esempio? Vediamo cosa ha scritto l’autrice.
Le parole della Lucarelli
Dopo le critiche fatte a Giorgia Meloni nella giornata di ieri, sempre in merito alla vicenda Carini-Khelif, Selvaggia Lucarelli non le manda a dire e spiega cosa ne pensa dell’atleta italiana, facendo un parallelismo con la coppia più chiacchierata dell’ultimo anno, i Ferragnez.
C’è un passaggio nel libro che ho scritto sui Ferragnez in cui spiego come a un certo punto i due influencer si buttino sulla narrazione vittimistica (il Sanremo lacrimoso di Chiara ne è stato l’emblema) perché comprendono che c’è solo un ruolo a funzionare più di quello del vincente: quello della vittima.
Secondo l’autrice infatti, durante le Olimpiadi, alcuni atleti hanno compreso perfettamente le dinamiche dei media e, in particolare, cosa si può fare quando ci si rende conto di non essere i più forti: piangere.
Passando poi a parlare di Angela Carini, ha sottolineato che la sua situazione non è molto diversa, anche se, a suo parere, è decisamente più grave per il fatto di rappresentare lo sport (e non fare l’influencer) e far leva su una tematica così delicata come quella dei problemi di salute dell’atleta avversaria.
Angela Carini ha usato il ruolo della vittima per “vincere” senza vincere. Quello che insegna questa brutta storia è, da un lato, che essere dei grandi atleti non è questione di cromosomi, di testosterone, di bicipiti, di struttura muscolare. Angela Carini si è comportata da atleta mediocre, e la mia sensazione è che non fossero i colpi ad essere troppo forti, ma la sua paura di perdere. E che non le sia sembrato vero di poter strumentalizzare l’aspetto androgino dell’altra per ritagliarsi il ruolo della vittima, della fanciulla inerme di fronte alla forza subumana del maschio che voleva sembrare donna.
Dure le parole di Selvaggia che, come al solito, non usa mezzi termini e le manda a dire senza peli sulla lingua.
La “tuta grigia” in stile Ferragni
La Lucarelli, senza riserve, in un’altra storia su Instagram ha fatto riferimento alla famosa “tuta grigia” indossata da Chiara Ferragni per ripulirsi la coscienza e apparire come una vittima agli occhi dei suoi follower, pochi giorni dopo il clamore mediatico sul caso del pandoro.
Secondo Lucarelli, qualcosa di simile è accaduto con Angela Carini, anche se in questo caso si è trattato di parole piuttosto che di abiti. La pugile napoletana avrebbe rivolto alcune frasi all’avversaria Imane Khelif. Va ricordato che, dopo essersi arresa durante il match, Carini non ha degnato l’avversaria nemmeno di uno sguardo, ignorandola completamente. Khelif, al contrario, ha cercato di consolarla, dandole una pacca sulla spalla in segno di sportività, un gesto che però sembra non essere stato apprezzato dall’atleta italiana.
Dopo aver condiviso un estratto del suo articolo, Selvaggia Lucarelli ha pubblicato una clip di Angela Carini scrivendo “momento tuta grigia”. Nel filmato in questione la pugile dice: “Ciao Imane, mi auguro che arriverai in finale e che vincerai le Olimpiadi. Poi che dire… ci vedremo, avremo modo di vederci“
Che dire, in questa pagina di sport avremmo sicuramente preferito leggere una citazione su Mahmood piuttosto che su Chiara Ferragni. D’altronde, ci sarebbe piaciuta di più una “tuta gold” che una tuta grigia..
Vedremo come andrà a finire