Serena Grandi è tornata in tv. A Live-Non è la d’Urso, nella puntata in onda domenica 27 settembre 2020, l’attrice ha raccontato la sua versione dei fatti dopo la condanna a due anni e due mesi di reclusione per il fallimento del suo ristorante riminese La locanda di Miranda. La 62enne si è dichiarata innocente e pronta a fare ricorso in appello nei prossimi mesi. A causa del recente tumore che l’ha colpita la Grandi non è riuscita a seguire il processo nel migliore dei modi. Non solo, l’ex musa di Tinto Brass ha appreso la notizia della condanna dai giornali. Una situazione non facile per Serena, che può contare sull’aiuto di poche presone tra cui il figlio Edoardo Ercole. L’ex concorrente del Grande Fratello Vip è sicura della sua innocenza ed è pronta a far valere le proprie ragioni. Oggi la star de La grande bellezza si sente basita, sconvolta e soprattutto incavolata nera.
Serena Grandi a Live-Non è la d’Urso parla della condanna a due anni di carcere
I problemi con la giustizia sono iniziati per Serena Grandi con una serie di denunce per mancato pagamento di stipendi. “L’unico che mi ha denunciato per mancato pagamento dello stipendio è un ex galeotto cui avevo dato una seconda possibilità. Gli altri sono stati pagati. Forse non gli ho pagato una settimana di stipendio. È stata una dimenticanza, mai credevo che andasse ai sindacati a denunciare che non pagavo i dipendenti”, ha dichiarato la diva degli anni Ottanta a Live-Non è la d’Urso. Oltre ai mancati pagamenti la Grandi è stata anche accusata di distrazione di beni strumentali, ma Serena ha puntualizzato di non aver mai portato via oggetti appartenenti al ristorante. “Avevo un magazzino di cose mie, quelle che avevo nella mia casa al Parioli. Avendo a Rimini una casa piccola, non ci stava tutto. Una signora ha fatto delle foto e ha detto “Sono cose del ristorante”. Mi hanno accusato di aver rubato le padelle, ma quelle padelle erano mie!”, ha spiegato a Barbara d’Urso.
Serena Grandi ha trascurato il processo per dedicarsi ai problemi di salute
Scomparsi pure i libri contabili del ristorante di Rimini ma a detta di Serena Grandi è stata colpa di un commercialista che ha fatto sparire tutto. A Live-Non è la d’Urso la Grandi ha ammesso di essere stata superficiale e di aver trascurato il processo. Ma per un motivo ben preciso: negli ultimi anni Serena ha combattuto con un tumore. “Non siamo stati avvisati del processo, così i miei testimoni non erano presenti. Purtroppo io non ho seguito la cosa. Mi scuso coi giudici. Ma io sono stata due anni in ospedale e ho fatto quattro operazioni. Un po’ mi ha distratto il mio tumore di 5 centimetri, su questo caso imbarazzante e becero. Ho fatto 40 anni di cinema, ho dato tutto quello che potevo al mio pubblico. C’è molta invidia”, ha affermato.
La locanda di Miranda: storia del ristorante di Serena Grandi a Rimini
Serena Grandi ha aperto La locanda di Miranda nel 2013 a Rimini. Nel 2014, dopo un solo anno di attività, è stata costretta a chiudere il locale. Nel 2015 la dichiarazione di fallimento e la successiva indagine della Procura di Rimini, coordinata dal sostituto procuratore Luca Bertuzzi che ha quindi chiesto ed ottenuto la condanna dell’attrice. La Grandi ha chiamato il ristorante Miranda in onore dell’omonima pellicola di Tinto Brass che ha lanciato la sua carriera.