Sangiovanni, Maria De Filippi, Zlatan Ibrahimovic: sono diverse le chicche rivelate al Corriere della Sera da Carlo Verdone sulle “guest star” che hanno preso parte alla seconda stagione di Vita da Carlo, la serie tv sulla vita del regista e attore romano in uscita a settembre su Paramout. Nei nuovi episodi il Verdone giovane sarà interpretato dal cantante di “Farfalle”. Una scelta sui generis, considerando che l’ex allievo di Amici non ha mai studiato recitazione. E, cosa ancor più curiosa, è che Verdone non lo avrebbe ingaggiato se il produttore non lo avesse imposto. Alla fine, però, nonostante lo scetticismo iniziale, Carlo si è ricreduto.
Verdone: “Sangiovanni è l’ultima persona che avrei scelto e invece…”
“Me lo impone, nella serie, il mio produttore che vuole qualcuno che piaccia ai giovani – ha riferito Verdone -. Ovviamente Sangiovanni sarebbe l’ultima persona al mondo che avrei potuto scegliere: cosa c’entra Sangiovanni da Vicenza con Carlo Verdone da Ponte Sisto. Quando lo vedo nella serie mi prende un colpo, vorrei mollare tutto… Invece poi funziona, è pure bravo. Io dei dubbi li avevo davvero, non aveva mai recitato, è pure un po’ timido e invece…”.
Maria De Filippi e Ibrahimovic: gli elogi di Verdone
Altri due volti noti che hanno preso parte al progetto e che non fanno parte del mondo cinematografico sono Zlatan Ibrahimovic e Maria De Filippi. Per loro Verdone ha parole di stima ed elogio, tra le quali cela anche una stoccata indiretta ad alcuni suoi colleghi del cinema. A proposito della conduttrice pavese ha dichiarato:
“Con Maria ci conoscevamo, siamo amici. Mi ha colpito per quanto è stata collaborativa. Quando l’ho chiamata mi ha detto subito: ‘Non c’è problema, fatemi sapere le date’. Mi capita di chiedere a colleghi attori di fare qualcosa e mi cascano le braccia, sembra di prendere appuntamento con il presidente cinese… Lei no ed è stata anche bravissima come attrice, non ha sbagliato niente, ci siamo pure sbrigati in fretta”.
Esternazioni al miele anche per l’ex attaccante del Milan: “Ma anche Ibra era molto tranquillo: è arrivato, ha detto le sue battute poi ha ripreso il suo aereo ed è ripartito”.
Verdone è stato sposato dal 1980 al 1996 con Gianna Scarpelli, un legame da cui sono nati i figli Giulia e Paolo. Dopo l’addio è rimasto un bel legame tra i due ex che hanno continuato a lavorare assieme: “È sempre stata un’alleata. Ci siamo separati in maniera costruttiva, perlomeno abbiamo fatto del nostro meglio. Ognuno ha la sua vita ma nessuno è mai entrato a gamba tesa in quella dell’altro, è una cosa rara”. In Vita di Carlo i panni di Gianna Scarpelli sono indossati da Monica Guerritore: “Gianna non è del tutto così… oddio qualcosa c’è. Loro sono pure amiche, le avrà suggerito qualche cosa”.
Da quando il regista romano ha raggiunto il successo è stato più volte braccato dal gossip che gli ha affibbiato diverse relazioni. Tutto vero? Pare proprio di no. A proposito di tale andazzo, Verdone ha spiegato:
“Non sono mai stato uno sulle riviste per i miei amori, qualche volta mi hanno attribuito flirt con qualche attrice, quasi sempre non veri. Quando si parla di conquiste bisogna anche vedere se uno si fa trovare disponibile… Io magari ero appagato o solamente non avevo voglia. Di certo non ho sperimentato come tanti miei colleghi che fanno la collezione delle figurine. Io non l’ho mai fatto”.
Carlo Verdone, il successo e la terapia
Infine, sempre al Corriere della Sera, ha parlato degli albori del suo successo. Molti pensano che quando una persona diventa nota raggiunge la felicità. Non è così, e Verdone, come molti altri che hanno vissuto situazioni analoghe, spiega perché non è tutto oro ciò che luccica quando si viene travolti dalla fama:
“Per me è stato molto difficile dal punto di vista della stabilità: mi sono trovato improvvisamente proiettato in un mondo che mi stava portando ad essere riconosciuto da tutti e per questo sempre abbordabile: chiunque mi indicava, anche quando camminavo per strada. Questo mi spaventava, mi ha creato anche molti problemi all’inizio”.
Problemi che ha dovuto affrontare andando in terapia: “Ho vissuto un anno molto difficile dal punto di vista dell’equilibrio nervoso. Ho cominciato ad avere delle debolezze, degli attacchi di panico abbastanza penosi. Sono durati poco, devo dire. E ce l’ho fatta da solo a uscirne, senza l’aiuto di farmaci ma con quello di un bravo psicanalista. Mi aveva detto: ‘Non c’è niente da analizzare, qui il mondo per te sta cambiando e tu hai paura. Ti devi mettere alla prova, soffrire qualche mese. Piano piano, troverai la strada’. È andata così, ma è stato faticoso all’inizio perché non era il mio obiettivo, non era preventivato. Mi era esplosa un bomba tra le mani. Solo poi mi sono reso conto che avevo delle qualità”.