Addio alla giornalista Silvia Tortora, nota sia in tv sia sulla carta stampata, come la sorella Gaia. La donna, figlia di Enzo Tortora e nata a Roma il 14 novembre 1962, è morta a soli 59 anni nella notte tra domenica 9 e lunedì 10 gennaio 2022 nella clinica romana in cui era ricoverata. Figlia del giornalista e conduttore televisivo Enzo Tortora, ha collaborato con Giovanni Minoli allo storico programma televisivo Mixer dal 1985. Sempre con Minoli ha lavorato anche a La storia siamo noi, confezionando una serie di grandi interviste.
Per la carta stampata ha collaborato con il settimanale Epoca, oltre ad aver pubblicato anche diversi libri tra cui ‘Cara Silvia’ (Marsilio 2002) in cui sono state raccolte le lettere che il padre Enzo le scrisse dal carcere. Dal 2009 aveva preso il timone di Big con Annalisa Bruchi. Per quel che riguarda il versante sentimentale, aveva sposato l’attore francese Philippe Leroy, con il quale ha avuto due figli, chiamati Philippe e Michelle.
Silvia ha seguito le orme di suo papà, lavorando per gran parte della sua carriera in Rai e impegnandosi di ricostruire la storia del Bel Paese. Con la sorella minore Gaia, è stata la prima difensora del padre, finito in uno dei processi più controversi della storia giudiziaria italiana.
Enzo fu condannato per associazione camorristica e poi assolto. Silvia, sul tema, ha scritto il soggetto cinematografico del film Un uomo perbene, che ha avuto la regia di Maurizio Zaccaro. La pellicola, nel 1999, si è aggiudicata il nastro d’argento al Festival di Taormina.
La giornalista scomparsa a 59 anni ha sempre nutrito grande amarezza per la piega che ha preso la vicenda del padre. “Dal mio punto non è cambiato nulla: sono 30 anni di amarezza e di disgust. Mi aspettavo una riforma del sistema giudiziario, invece non è accaduto. I processi continuano all’infinito. Anzi in 30 anni c’è stata una esplosione numerica”, aveva ruggito in occasione del 30° anniversario della morte del padre Enzo.
Addio a Silvia Tortora, le reazioni dei colleghi
Non appena si è diffusa la notizia del decesso della giornalista, tantissimi tra colleghi, conoscenti e fan hanno espresso un pensiero di commemorazione per la donna prematuramente scomparsa
Gianluigi Nuzzi, conduttore di Quarto Grado, ha così ricordato la collega su Facebook: “Non ti arrabbiare Silvia se per un attimo, contravvenendo a quel tuo delicato e discreto stile, accenno alla tua intelligenza fluida, veloce, con quell’ironia sarcastica figlia dell’odissea patita insieme a tuo padre. Ti ho conosciuto la prima volta seduto sul divanone di via dei Piatti, dove tuo padre Enzo viveva. Eravamo nel 1986, tu pensa…”
“Mi raccontava l’odissea, l’onta delle manette, le umiliazioni e il coraggio – ha aggiunto Nuzzi -. Alzò gli occhi al cielo e sussurrò una frase a mezza voce. “Scusi non ho sentito”… provai io… avevo 17 anni, mi batteva il cuore forte… e lui mi confidò l’amarezza più’ grande: “Mi hanno fatto invecchiare le figlie di trent’anni in una notte”. E per lui questo era tutto, perché Enzo non sbandierava la famiglia, non compulsava i social figurati… Anzi! Proteggeva la sua privacy con quel rossore genovese che significa non timidezza, ma riservatezza e protezione dei propri cari”.
E ancora: “Ed è accaduto tutto veloce con quelle lettere che vi scrivevate quando lui era in carcere, raccolte in un libro che sta lì da sempre e che non apro se non consapevole della forza di reggere le lacrime. Poi ho compiuto forse un errore, cercando in te traccia del tuo babbo e di questo mi scuso, ma sei stata come sempre elegante per farmi apprezzare cosa vuol dire costruirsi un’identità dopo la tormenta con il cuore a lutto e un orizzonte nero“.
“Ricordo Ponza, Silvia, ricordo i nostri incontri romani, ricordo te soprattutto che ti eri messa a difesa proprio dell’identità di un padre ucciso dalla malagiustizia, giustamente intollerante sulle misere speculazioni di chi spendeva male il vostro cognome per professarsi innocente. Tortora. Se oggi sono quello che sono lo devo anche soprattutto alle forze che mi hanno formato. Enzo prima e poi tu sicuramente eravate tra queste. Grazie Silvia”, ha concluso Nuzzi.
Un sentito pensiero anche da parte del giornalista Marino Bertoletti: “È morta Silvia Tortora, figlia di Enzo. Aveva 59 anni. Si era battuta come una leonessa per tutelare la dignità del padre sia quando lo arrestarono sia quando – di fatto – lo uccisero. Ne aveva fatto (al di là della sua bravura nella professione di giornalista) un’autentica missione di vita”.
Bertoletti ha aggiunto: “Tre anni fa in occasione nel trentesimo anniversario della morte di Enzo aveva detto: “Purtroppo per me non è cambiato nulla. Sono stati anni di amarezza e di disgusto. Speravo che la tragedia di mio padre avesse almeno favorito una riforma del sistema giudiziario, ma non è mai accaduto. I processi continuano a durare all’infinito”. Aveva la testa alta Silvia e sempre un pizzico di malinconia negli occhi. Quando ammanettarono suo padre per ordine di due magistrati scellerati aveva appena vent’anni. Da allora si è sempre chiesta “perché fosse capitato proprio a lui”.
Tra i diversi ricordi, quello del giornalista Luigi Contu: “Se ne e’ andata Silvia Tortora. E’ stata una bravissima giornalista ma soprattutto una grande donna, coraggiosa. La sua vita fu stravolta dalla vicenda assurda del padre. Consiglio la lettura del libro in cui ha raccolto le lettere che il papà le scrisse dal carcere. Ciao Silvia”.