Simona Ventura torna suo malgrado sui social a parlare di alcuni problemi di salute che hanno colpito la sua famiglia. Dopo il Covid (che si sono presi praticamente tutti) e il brutto male del compagno Giovanni Terzi la conduttrice ha dovuto affrontare anche più di un mese e mezzo di ansia per la madre finita in ospedale.
Ma che cos’è successo? A raccontarcelo, con un lungo post pubblicato sul suo profilo Instagram ufficiale, è la stessa Simona Ventura. La presentatrice si è fatta vedere con due importanti occhiaie e una mascherina rossa in viso mentre era impegnata a scattarsi un selfie con la sua amata mamma, la signora Anna Pagnoni. Con questo primo scatto la presentatrice di Citofonare Rai 2 ha fatto il (lieto) annuncio, visto che la situazione è finalmente rientrata e ha potuto tirare un sospiro di sollievo.
Nel post, per il resto, vediamo una carrellata di immagini della madre di Simona Ventura in ospedale, dove è rimasta per oltre 30 giorni. Un ricovero piuttosto lungo, e tra l’altro nemmeno l’unico. In tempi non sospetti, infatti, la mamma di Simona Ventura sarebbe già stata ricoverata almeno altre due volte. La Ventura ha raccontato che la donna si è rotta il femore, per di più per la terza volta nel giro di poco tempo. Un tipo di incidente, dopo tutto, piuttosto comune fra le persone anziane.
In una delle slide del carosello, Simona Ventura ride e scherza con la parente stesa a letto a riposare, mentre nel video subito dopo vediamo la signora Anna in piedi con un deambulatore impegnata a muovere i primi passi post ricovero. Su Instagram, la Ventura ha raccontato di essersi presa un bello spavento (nonostante l’incidente non sia parso nulla di grave) e ha tenuto a ringraziare tutte le persone del personale medico che le sono state accanto.
Come chiusa della didascalia del suo post Instagram, Simona Ventura ha fatto un importante appello a tutti i suoi follower. La presentatrice ha invitato i seguaci a stare più vicino ai loro genitori, visto che sono “fonte di esperienza e di amore”. Come si dice? Tutto è bene quel che finisce bene.