Dopo l’eccezionale vittoria per 3 a 0 contro gli USA, che ha regalato all’Italia la prima medaglia d’oro nella storia della pallavolo femminile, Bruno Vespa, giornalista e conduttore Rai, ha voluto congratularsi con le 13 atlete, soffermandosi su due in particolare.
Le parole di Bruno Vespa
Straordinaria la nazionale di pallavolo femminile. Complimenti a Paola Egonu e Myriam Sylla: brave, nere, italiane. Esempio di integrazione vincente
ha scritto Vespa in un tweet.
Oltre ad aver sbagliato il cognome di Paola Egonu, il tweet di Bruno Vespa ha suscitato polemiche per il riferimento al colore della pelle delle atlete, considerato inopportuno da molti.
Anche la parte sull’integrazione ha sollevato critiche: sia Egonu che Myriam Sylla, infatti, sono nate in Italia. Sylla è nata a Palermo l’8 gennaio 1995, mentre Egonu è nata a Cittadella, in provincia di Padova, il 18 dicembre 1998.
In seguito alle numerose critiche ricevute, Vespa ha deciso di replicare così:
So benissimo che Paola Egonu e Myriam Sylla sono nate in Italia. Ma basta questo a salvare dalle polemiche chi nasce con la pelle nera? Anche loro, purtroppo, devono integrarsi in un mondo più razzista di quanto s’immagini. E le due campionesse ci sono riuscite benissimo.
Nonostante le spiegazioni, le parole del giornalista non hanno placato le critiche, con molti che ritengono che il suo tentativo di chiarimento abbia solo peggiorato la situazione…facendo, in questo modo, una “pezza di gran lunga peggiore rispetto al buco”, come ha commentato qualcuno sotto al post.
La questione dell’integrazione, infatti, appare delicata, soprattutto quando riguarda atlete che hanno già dimostrato il loro valore e la loro appartenenza al Paese attraverso le loro straordinarie prestazioni sportive. Atlete che sono arrivate prime alle olimpiadi.
Il sindacato RAI
Anche l’UsigRai, l’Unione Sindacale dei Giornalisti Rai, ha espresso il suo dispiacere riguardo al tweet di Bruno Vespa.
In un comunicato ufficiale e su X, l’UsigRai ha dichiarato:
Il post su X di Bruno Vespa è indegno del servizio pubblico
Vespa, oltre a ignorare totalmente la storia delle due giocatrici, nate in Italia e formatesi sportivamente nel nostro Paese, sottolinea senza alcun motivo il colore della loro pelle, dimostrando un razzismo latente e una mentalità retrograda.
Il comunicato continua evidenziando l’inadeguatezza di Vespa per il servizio pubblico, ricordando anche la controversa puntata del suo programma sull’interruzione volontaria di gravidanza, in cui erano presenti solo ospiti maschili. Il comitato dichiara inoltre:
Che Vespa sia ormai totalmente inadeguato per il servizio pubblico lo dimostra ogni volta, non ultima la puntata sull’interruzione volontaria di gravidanza con ospiti soli uomini – si legge ancora -. Ci chiediamo cosa aspetti la Rai a intervenire, considerata anche l’onerosa collaborazione dell’artista, un escamotage usato per aggirare il tetto dei 240mila euro di retribuzione nella pubblica amministrazione
Le parole del sindacato riflettono un malcontento ormai diffuso all’interno dell’azienda, sollevando interrogativi sull’opportunità di continuare a collaborare con un personaggio così divisivo e criticato, soprattutto considerando il ruolo che il servizio pubblico dovrebbe svolgere nel rappresentare e promuovere i valori di inclusività e rispetto..
Forse, più che un commento di matrice razzista (sebbene sia stato definito latente), Bruno Vespa ha semplicemente espresso in modo infelice il concetto che intendeva comunicare.