“BLING RING”. L’ULTIMO CAPOLAVORO DI SOFIA COPPOLA – Dopo il successo di “Maria Antonietta” e “Somewhere“, Sofia Coppola torna al cinema con una nuova incredibile storia. Basato su un evento realmente accaduto, il film racconta dei colpi della banda più famosa di Hollywood, ribattezzata dai media “Bling Ring“. In una Los Angeles tormentata dal successo, un gruppo di adolescenti ci mostra la frenesia criminale ed emozionante delle colline di Hollywood. L’ossessione per la vita delle star porta i ragazzi a rintracciare online gli indirizzi di molte celebrità, tra cui: Paris Hilton, Orlando Bloom e Rachel Bilson, arrivando a sottrarre dalle loro abitazioni circa 3 milioni di euro in beni di lusso. Il film, che ha aperto la sezione “Un certain regard” del Festival di Cannes 2013, arriverà in Italia il 26 settembre distribuito da Lucky Red. L’ultimo capolavoro di Sofia Coppola era attesissimo al Festival di Cannes, la regista è stata, infatti, negli ultimi anni una delle nuove leve più interessanti in circolazione, sia per la sua sensibilità che per lo stile rarefatto delle sue opere. Nel film Sofia ha chiamato a lavorare con sé una delle beniamine del pubblico di teenager, Emma Watson, che sta riuscendo nell’impresa di togliersi di dosso il ruolo di Hermione della saga di “Harry Potter”. Ma non è lei la “protagonista” del gruppetto: la Watson è piuttosto la “bad girl”, che recita in modo volutamente forzato per mostrare la falsità del suo personaggio. La Coppola, regista ma anche sceneggiatrice e produttrice del film, si ispira alla storia del vero “Bling Ring”, raccontata attraverso interviste ai diretti interessati in un articolo di Vanity Fair, per continuare innanzitutto un discorso incominciato col film precedente “Somewhere“, ovvero quello di disegnare un ritratto della Los Angeles odierna. Se in “Somewhere“, prendendo come protagonista un attore, la Coppola mostrava la solitudine che una città come L.A. può dare, qui prende per protagonisti dei ragazzi cresciuti nelle famiglie-bene e che aspirano al “mainstream”.
IL CAST – Il cast è incentrato sui cinque adolescenti che compongono il “Bling Ring“. La Coppola ed il suo team hanno cercato per più di un anno i ragazzi giusti che si combinassero in un mix ideale. Racconta la regista: “Fondamentalmente per me si trattava solo di un gruppo di cinque ragazzi, per cui era molto importante trovare adolescenti che fossero autentici e che avessero davvero quell’età, perchè mi dà sempre fastidio vedere un venticinquenne interpretare il ruolo di un teenager. Sono felice che la maggior parte dei membri del cast abbia più o meno la stessa età dei personaggi interpretati. E’ stato divertente scoprire nuovi talenti, e straordinario lavorare con Emma Watson, che interpreta una parte molto diversa da quelle per cui la conosciamo. E’ stato un gran divertimento assistere alla sua trasformazione. E’ stato anche bello lavorare con gli altri ragazzi, per alcuni dei quali si trattava della prima esperienza professionale”. I cinque attori sono: Emma Watson, conosciuta per il suo ruolo di Hermione Granger nei film di “Harry Potter“; Taissa Farmiga, che era nella prima stagione di “American Horror Story“; Israel Broussard che ha lavorato nel film di Rob Reiner “Flipped“; e gli esordienti Claire Julien e Katie Chang.
BLING RING E’ FORSE UN MONITO? – In una cultura ossessionata dalle celebrità, il cast e la troupe si sono trovati spesso a dover rispondere alla domanda: “The Bling Ring” può servire da monito? La Coppola dichiara: “Credo che guardi alla nostra cultura e al fenomeno dei reality e a come queste cose abbiano influenzato questi ragazzi. Ho cercato di raccontare la storia in modo che chi la guarda possa farlo dal punto di vista dei ragazzi, scoprendo quanto sia divertente ed eccitante, per poi alla fine assumere un’altra prospettiva e capire che loro si sono spinti davvero troppo oltre. Spero di non averli giudicati troppo, ma certamente li ho osservati a distanza, usando anche un occhio critico. Ho paura che ci si possa sentire attratti da un comportamento adolescenziale, spensierato e un po’ criminale, per cui spero di non averlo reso troppo affascinante. Credo che il film sia una combinazione di glamour e di spirito critico e che, alla fine, sarà materia di riflessione per il pubblico”.