Il Big Ben ha detto stop! Stefano Coletta ha voluto porre la parola fine sulla polemica circa i conduttori gay della Rai; polemica decisamente sterile, che potrebbe essere rilegata in qualche pagina della storia medievale. La “caccia” agli omosessuali in Tv è ancora aperta e quello che sorprende più di ogni altra cosa è la mancanza di giudizio nei confronti del talento dei conduttori. Fa più clamore scoprire se uno di loro è gay, anziché la loro bravura o inesperienza. Il direttore di Rai 1 non ne può più e ha deciso d’intervenire sulla questione durante la presentazione davanti alla stampa di Sette Storie di Monica Maggioni. Se ne stanno leggendo di cotte e di crude, sono stati tirati in ballo conduttori per il loro orientamento sessuale e c’è chi ha persino parlato di una gayzzazione della Rai. Anche se un giorno la maggior parte delle persone che lavorano in Rai dovessero essere omosessuali, che problema ci sarebbe? La bravura viene condizionata dall’amore che si prova per una cerchia di persone o per una speciale?
Conduttori gay in Rai, Stefano Coletta interviene con fermezza
Coletta, dimostrandosi deciso, ha voluto affrontare tutte queste insulse critiche rivolte all’azienda, non risparmiandosi. Prima è stato Adinolfi ad attaccare la Rai, poi persino il marito di Mara Maiochini (a sorpresa), e infine qualche giornalista. Invece di fare passi in avanti, se ne fanno cento indietro, come ha spiegato il direttore Rai: ha detto, nel bel mezzo della conferenza stampa, che suo padre di 80 anni gli chiedeva con chi fosse sposato un tale conduttore e quella domanda poteva essere giustificata da un uomo della sua età; oggi, invece, certe domande non dovrebbero essere proprio poste. Meglio parlare del modo di lavorare di Pierluigi Diaco (che ha deciso di lasciare i social network), piuttosto che del suo fidanzato.
La risposta da applausi di Stefano Coletta: critiche che valgono zero
Come riporta DavideMaggio.it, Stefano Coletta è intervenuto con decisione: “Tutto vorrei tranne che leggere Gay 1, Rai 1 gay. Basta piccolezze, bassezze. Di fronte alle persone non mi chiedo mai con chi vanno a letto”. Molti hanno accusato il direttore di essere il responsabile dell’aumentato del numero di conduttori omosessuali in Rai dopo il suo arrivo: “Chi vuole usare questi nomi per fare riferimento alla mia vita privata sbaglia, non parlo mai della vita delle persone, sono un uomo molto libero e non mi interessano le chiacchiere su questi temi”. E ha ragione. Il chiacchiericcio fine a sé stesso sulla vita privata dei conduttori dovrebbe essere messo da parte, mentre bisognerebbe mettere in risalto la loro bravura. Si riuscirà a fare questo apparente facilissimo passo in avanti? Un passo culturale. E la cultura, per qualcuno, pesa. E molto.