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Temptation Island 2024 ha aperto i battenti e non ha deluso: oltre 3.2 milioni di telespettatori e battuta nettamente la concorrenza rappresentata da Noos – L’avventura della conoscenza. Maria De Filippi non ne sbaglia una. Ma come è possibile che i reality storici siano in crisi (emblematici i casi del Grande Fratello e L’Isola dei Famosi), mentre Temptation e tutti gli altri show di Maria non risentano in alcun modo dell’incedere del tempo che quasi sempre usura i format televisivi?

Si resti su Isola e GF: si è parlato a lungo nei mesi scorsi della composizione del cast non proprio brillante delle due trasmissioni. E si deve partire proprio dai concorrenti per comprendere in che modo la De Filippi riesca a confezionare programmi che sono capaci di generare empatia e attenzione, che alla fine si traducono in ascolti soddisfacenti. Temptation (lo stesso discorso lo si potrebbe fare per Uomini e Donne o Amici o C’è posta per te) è popolato da personaggi per lo più autentici, veri, reali e poco artefatti.

Maria e il suo staff hanno compreso da tempo che, per restituire al telespettatore un qualcosa di verosimile e quindi coinvolgerlo empaticamente, bisogna puntare su individui che non devono essere presi per mano in ogni passo. Non vuol dire che si debba prendere dei geni, tutt’alto. Il tamarro, se scelto, deve essere tamarro per davvero. Il maschilista, se scelto, lo deve essere per davvero, non recitare quella parte. La donna vanitosa, se scelta, lo deve essere per davvero. Etc etc. Al GF e all’Isola, invece, non di rado si vedono persone che interpretano una parte, imboccate dagli autori a fare una cosa piuttosto che un’altra. Sono spesso ‘finti’: fingono di innamorarsi, di litigare, di mostrarsi in un modo che non è il loro per rubare la scena a qualcun altro.

Alla fine, chi guarda perde interesse perché un teatrino fatto bene può anche essere curioso da osservare, ma il gioco è bello quando dura poco. E se tutto diventa posticcio, il pubblico cambia canale e si sfoga: “Ma ancora ste roba?”. Da un reality si vuole una parvenza di realtà, lo dice la parola stessa, non un circo. Maria De Filippi lo sa e, scegliendo in maniera perfetta i personaggi di cui hanno bisogno i suoi show, è già a metà dell’opera. A questi non bisogna insegnare nulla, ci pensano loro stessi a creare dinamiche grazie ai loro caratteri e ai loro modi di pensare.

Mirko Vitali

Nato in una città del Nord, un paio di lauree umanistiche e un master in critica dello spettacolo. Si diletta a scrivere di televisione e dell'infernale mondo del gossip del Bel Paese (è convinto che qualcuno dovrà pur farlo questo ingrato mestiere di spifferare i fattacci altrui).

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