Temptation Island ha di nuovo lasciato il segno. La storia di Sara El moudden e Fabio Mascaro ha sbalordito, naturalmente in negativo, il pubblico del reality show. Riassunto rapidissimo: lui ha passato il tempo a dire che lei non era alla sua altezza. Senza troppo girarci attorno le ha dato della persona grezza. Poi, genialmente, scordandosi di essere ripreso, ha confessato di averla candidamente tradita. La giovane ha subito preteso un falò di confronto, lui ha rifiutato convinto che la sua confidenza sulle corna fosse passata inosservata. Quando Filippo Bisciglia gli ha mostrato il video che lo inchiodava, si è precipitato al faccia a faccia e si è beccato ovviamente una mazzolata. Epilogo? Lei è uscita con lui. Motivo? Vuole sapere per filo e per segno con chi è stata tradita. Su tale vicenda si è espressa anche Selvaggia Lucarelli.
La giornalista, nel suo blog, parlando dei due piccioncini ha descritto il loro legame come un rapporto con il “livello massimo di tossicità“. Quindi ha aggiunto: “Quest’anno i due “tossici” inconsapevoli si chiamano Sara e Fabio. Lei sembra Raffella Fico che parla come Tony Effe, lui fa rimpiangere la canotte del ragionier Fantozzi, insieme sono l’esatta rappresentazione di quella domanda che noi tutti, assistendo all’infelicità altrui, ci siamo fatti almeno una volta nella vita: ma ‘sti due, che ca**o ci fanno insieme?”. La Lucarelli è quindi passata a enucleare una serie di altri elementi tipici degli “amori tossici”.
Nel 2024, aggiungiamo noi, non ci si scandalizza per un tradimento. Non che sia una cosa corretta, ma, insomma, si sa come va il mondo. Ci si indigna però quando si vede una persona, in questo caso Fabio, porsi con arroganza, darsi una sorta di patentino di superiorità finché non viene scoperchiato il vaso di pandora.
A colpire è la assoluta incapacità di ammissione degli errori e il grado di totale superficialità di alcune persone. L’intoppo per Fabio è stato aver sussurrato il tradimento, un fatto che lo ha smascherato e ha fatto capire il suo modo di ragionare, caso mai si possa parlare di ragionamenti. Lui naturalmente sapeva di aver tradito, ma finché nessuno ne era al corrente poteva continuare a fare la parte dell’uomo senza macchia (ovviamente a suo modo di vedere, non che lo sia). Questo però, almeno per quel che avrebbe dovuto riguardare un suo eventuale esame di coscienza, non cambia niente.
Ci spieghiamo meglio: se tu sai di aver tradito, al di là che la questione diventi di dominio pubblico o meno, dovresti guardarti allo specchio e dirti quanto sei stato meschino in quel frangente. Un esercizio che può innescare un grado di umiltà maggiore in se stessi. Invece il signor Fabio, che si badi bene mica è una eccezione rispetto a molte altre persone, agisce solamente pensando al giudizio altrui. Se sanno, allora mi inginocchio e chiedo scusa. Se non sanno, sono bello e senza macchia.
Il problema radicale sta qui: prima ancora di confrontarci con il mondo, dovremmo imparare a confrontarci con noi stessi così da aspirare a presentarci all’esterno non in modo perfetto, ma per lo meno più consapevole su chi siamo. Invece, troppa gente non si guarda mai dentro e recita con se stessa e con gli altri un ruolo che inevitabilmente si polverizza quando emergono le bugie.