Inaspettato sfogo contro The Voice Senior. A scagliarsi contro il popolare programma di Rai Uno condotto da Antonella Clerici è Erminio Sinni, vale a dire il vincitore della prima edizione della trasmissione andata in onda nel 2020. Classe 1961 e originario di Gavorrano (comune in provincia di Grosseto), il musicista ha concesso una lunga chiacchierata a Tv Blog, rivelando cosa è accaduto durante e dopo la sua avventura nel talent show. Le note dolenti riguardano il dopo.
Sinni non è il signor nessuno in ambito musicale. Prima di apparire a The Voice Senior ha collaborato con Paola Turci e Riccardo Cocciante, oltre ad aver preso parte al Festival di Sanremo sia come autore del brano ‘Tutti i cuori sensibili’, (cantato da Stefania La Fauci), sia in gara nel 1993. Fu protagonista della kermesse nella sezione Nuove proposte, classificandosi quinto con “L’amore vero”. A produrlo fu Riccardo Cocciante. Sinni tuona anche contro quest’ultimo, affermando di essere subito stato abbandonato dal collega nonostante avesse scritto per lui alcune canzoni.
“Non ho mai saputo il perché. Il disco fu bloccato una settimana dopo la sua uscita, quando era primo in classifica. Non venne più ristampato e distribuito. Comunque, continua a mettermi i bastoni tra le ruote anche a distanza di trent’anni. Non so per quale ragione, glielo vorrei chiedere di persona”. Così Sinni a Tv Blog parlando di Cocciante. Dopo l’exploit all’Ariston tornò a fare pianobar nei locali.
Nel 2020 riapparve a The Voice Senior. Era il periodo del post lockdown durissimo seguito alla prima e tremenda ondata Covid. Sinni, colpito dalla malattia, fu ricoverato ad agosto del 2020. Venne curato per tredici giorni con l’ossigeno. Dall’ospedale uscì il 3 settembre. Il 25 dello stesso mese si presentò alle selezioni del programma. Si mise al pianoforte e cantò. Tutti soddisfatti coloro che lavoravano alla produzione del talent. Preso! Superato l’ostacolo delle Blind Audition, scelse di entrare a far parte del team di Loredana Bertè.
“Mi trovai benissimo. Loredana fu dolcissima con me perché pochi mesi dopo mi invitò nello show che Rai 1 le dedicò. Duettammo sulle note di ‘Anima carbone’ e per questo la ringrazierò per tutta la vita”, ricorda Sinni. Tuttavia riuscì ad avere pochissimi contatti con la rocker. Le limitazioni per arginare il Covid, in quel periodo, erano ancora molto stringenti e ci si poteva vedere pochissimo: “In realtà in tutta l’edizione vidi la Bertè appena un minuto. Eravamo nel pieno della seconda ondata e non c’era tanta possibilità di avvicinarci. Non esistevano le prove settimanali, mi dava il brano da eseguire e basta. Ad ogni modo, da allora il programma è cambiato profondamente“.
Sinni rivela poi che in Rai c’era la paura che The Voice Senior si tramutasse in una sorta di Corrida. Invece si sviluppò in un’altra direzione. “Grazie alle storie di noi concorrenti il successo gli scoppiò in mano. Da lì in poi si sono concentrati prevalentemente sui racconti”, spiega il musicista grossetano. Spazio poi alle note dolenti, ossia a ciò che avvenne dopo la conclusione della trasmissione: “Ho continuato a fare quello che facevo prima di partecipare, né più, né meno. Ricordo ‘The Voice Senior’ come un bellissimo periodo della mia vita. Il problema è stato il dopo, ma avrei dovuto capire tutto la sera in cui tornai a casa e tirai fuori il premio dalla valigia”.
Che cosa accadde? Nell’estrarre il premio dalla valigia, cioè il simbolo della mano in polistirolo che fa il segno della vittoria, si accorse che l’indice si era spezzato. Dunque rimase solo il dito medio. “Non so se ci siamo capiti – spiega Sinni -. Lo rincollai ed ora è collocato nel mio studio. Da un punto di vista dell’orgoglio personale ha un grandissimo valore”. La vittoria cos’altro prevedeva oltre al riconoscimento in polistirolo? “Non c’era un premio in denaro. Anzi, i soldi ce li misi io per pagare viaggio e hotel a mia madre e mia moglie che vennero ad assistere alle Blind. Come riconoscimento ci fu la possibilità di esibirmi al Capodanno di Rai 1, ma mi fecero cantare mezza canzone come ultimo in scaletta. In seguito non successe più nulla”.
In realtà, da regolamento, era prevista per il vincitore del talent anche la pubblicazione di una cover. “Confermo – spiega il cantante -. Dalla fine del programma, avevano trenta giorni di tempo per pubblicarla e uscì proprio alla mezzanotte del trentesimo giorno”. La pubblicazione passò sottotraccia. Sinni, però, sostiene che è accaduta poi un’altra vicenda che gli ha lasciato l’amaro in bocca:
“Mi ricontattarono l’anno dopo, tre mesi prima della finale della seconda edizione. Ma alla vigilia mi informarono che non avrei più potuto partecipare perché c’era Cocciante. Non solo: la passata stagione si presentò in gara il mio chitarrista Marcello Domenichini e avrei dovuto accompagnarlo in quanto suo amico. ‘Il regolamento non prevede che un vincitore possa fare da accompagnatore’, mi informarono. Tutto bene, se non fosse che Maria Teresa Reale, che aveva vinto la terza edizione, andò a sostenere regolarmente una signora alle Blind. Perché lei sì e io no? Ringrazio soltanto Antonella Clerici e i coach, persone davvero bravissime. Stop”.