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Tony Effe continua a essere al centro di polemiche e pensieri condivisi. Dopo il fatto di Capodanno, dopo la censura, dopo la rivolta dei colleghi e dopo ancora tutto il caos dei vari dissing, oggi il trapper romano è finito nuovamente nel mirino delle critiche. Questa volta a dire la sua è Enrico Ruggeri, cantautore milanese di grossa fama, ed è proprio da lui che arrivano altrettante pesanti parole nei confronti di Tony. La riflessione di Ruggeri è in realtà ben più ampia e non si concentra solo ed esclusivamente sul trapper; la profondità del discorso tocca alcuni aspetti della “musica di oggi” e di quanto quest’ultima influenzi le giovani generazioni.

L’intervista del cantautore a Repubblica è ricca di spunti interessanti, ma si sofferma sulla figura di Tony Effe, già immerso da commenti e pensieri spesso e volentieri negativi. “In giro c’è grande povertà intellettuale“, afferma Ruggeri, e questo è un po’ il fulcro di tutto il suo pensiero.

Enrico Ruggeri su Tony Effe: parole dure, parole sentite

Il discorso che fa Ruggeri non è poi così strano, o forse dovremmo dire così lontano dal pensiero dei più. Il sui punto di partenza è uno: “I giovani conoscono poco i capolavori della nostra canzone“, afferma con grande sicurezza, aggiungendo che una percentuale molto bassa dei giovanissimi va ai loro concerti. L’accusa? La mancanza di ricchezza intellettuale/musicale e la totale immersione in contenuti artistici “miseri”. Su Tony Effe, invece, Enrico Ruggeri ha le idee molto chiare e non ha paura di condividerle:

Sogno un futuro in cui a vedere Tony Effe non ci va nessuno. In giro c’è grande povertà intellettuale, lessicale. Vedo però che per certa musica c’è una richiesta enorme. Non esiste censurare, ma bisognerebbe agire con onestà intellettuale: andrebbe difeso anche Povia […]

Sulla censura Ruggeri è d’accordo con i colleghi, ma del trapper di Roma, nonché nuovo fidanzato di Giulia De Lellis, non condivide assolutamente nulla. L’idea è che oggi non ci sia quasi più interesse nel profondo, e il paragone con Lou Reed nasce spontaneo, specialmente analizzando quanto il cantante scavasse nella miseria dell’animo umano ma riuscisse comunque, e proprio per questo, a dare vita a grandi capolavori artistici. Ecco, tutto questo oggi è sempre meno presente.

La colpa, però, dice Ruggeri, è anche e soprattutto degli organizzatori di certi eventi (vedi Capodanno): qual è il senso di invitare un cantante a esibirsi e dopo pochi giorni obbligarlo a non farlo? “Ovvio che venga  fuori un casino“, dice Ruggeri.

Intanto Tony Effe devolve l’incasso di Capodanno alla Croce Rossa

In mezzo a tutte queste critiche e prese di posizione, Tony Effe continua a fare il suo. Dopo il Capodanno, il trapper di Monti ha scelto di dare in beneficenza tutto l’incasso del grande evento: dove? Pare alla Croce Rossa e con un obiettivo preciso: realizzare progetti a favore dei giovani. La decisione, spoilerata dall’agenzia di stampa AdnKronos, sarebbe la conferma di quanto Tony, a prescindere da tutta l’ondata di odio ricevuta in questo periodo, stia continuando a lavorare a testa alta. I gusti sono soggettivi, i pensieri anche, ed è più che lecito che a qualcuno la sua musica non piaccia o non “vada a genio” per le tematiche proposte, ma questa si chiama libertà di pensiero e non può essere discussa.

Da discutere, invece, potrebbe essere la natura dei testi del trapper, ma come i suoi quelli di tanti altri colleghi, troppo spesso incentrati su tematiche violente. L’urlo alla censura è giusto, ma forse bisognerebbe farsi un esame di coscienza tutti quanti, no?

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