Stile unico, tenacia ferrea, intelligenza affilata e una miriade di esperienze di vita alle spalle: per raccontare la storia di Maria Luisa Gavazzeni, classe 1945 e vedova di Nicola Trussardi, ci vorrebbe un romanzo mastodontico. Lei invece, intervistata dal Corriere della Sera, ha condensato i momenti della sua ricca esistenza, zeppa di gioie e successi (ma anche di dolori profondi), in una serie di aneddoti illuminanti. Non ha mancato nemmeno di dire la sua sulla fine del matrimonio di suo figlio Tomaso che mesi fa ha chiuso la relazione con Michelle Hunziker.
L’amore con Nicola sbocciò quando lei aveva 16 anni e lui 18. “Ero una promessa della scherma, Nicola un bravo giocatore di golf. Ma appena ci siamo conosciuti abbiamo smesso di allenarci: uscivamo di casa solo per vederci”, ha ricordato Maria Luisa Gavazzeni che, con l’imprenditore ha avuto quattro frutti d’amore: Beatrice, Francesco, Gaia e Tomaso. Una famiglia granitica, con regole d’acciaio ma unitissima. A proposito dei figli, ha ricordato che tutti erano innamorati del papà e che ognuno ha delle peculiarità speciali:
“Beatrice da piccola ti incantava, con i suoi capelli biondi: aveva già un carattere puntiglioso, una tosta. Francesco voleva girare per la casa con il suo camion, lei lo ostacolava. Gaia era pazzesca, cantava, si sdraiava per terra .Tomaso è sempre stato speciale. A pochi mesi già si affacciava dalla culla poggiando il gomito e guardandosi intorno. Quando si è messo a studiare Filosofia mi faceva una capa tanta sui massimi sistemi. Ha un talento per i motori: una volta ha corretto persino Pininfarina. E cammina come suo padre”.
Quando le è stato chiesto che tipo di suocera è, ha spiegato di avere buoni rapporti con il resto della parentela. “Credo di essere una suocera amata e anche una nonna benvoluta dai miei 6 nipoti – ha raccontato -. Ho ottimi rapporti con Federico, il marito di Beatrice e con Adriano, il marito di Gaia: ogni tanto fa la gobba e gli dico “stai dritto!” Andavo d’accordo anche con Michelle”.
A proposito di Michelle, con Tomaso non c’è stato il lieto fine. Per molti una sorpresa visto che i due sembravano dare l’impressione di essere la coppia perfetta. Anche Maria Luisa è stata colta alla sprovvista dalla conclusione del matrimonio:
“Mi è spiaciuto, non l’avevo prevista, ma non potevo escludere che accadesse. L’incontro con Michelle è stato tenero: si capiva che non aveva avuto tante cose positive dalla vita. Ho un ricordo di semplicità: prendeva il caffè e sistemava la tazzina sul lavandino. Dopo sei mesi che la conosceva Tomaso mi disse: “Mamma la sposo, è una brava persona””.
E oggi? Sente ancora la Hunziker: “Sì, in modo normale. Li ha presentati Feltri, gli ho chiesto cosa pensasse dell’addio, mi ha risposto: “Che vuoi farci, dopo 10 anni ormai si separano tutti!””. Dunque, i rapporti con la conduttrice, seppur naturalmente hanno subito un cambiamento, non si sono diradati completamente.
La vita della Gavazzeni è stata piena di successi e amore, ma anche segnata da profonde sofferenza. Perdere il marito e un figlio (Francesco) sono dolori che lasciano ferite non marginabili nell’anima. Così ha ricordato il momento in cui la famiglia seppe della tragedia di Nicola Trussardi: “Fu Tomaso a rispondere al telefono: “Mamma, il papà ha avuto un incidente”. Al Fatebenefratelli ricordo che gli sussurravo cose all’orecchio, ma non sentiva più. Gaia era a Londra, Beatrice a New York, Francesco in Giappone: tornarono alla spicciolata”.
Il lutto fu affrontato con tenacia, una dote che Maria Luisa ha scolpita nel dna. Tuttavia il dramma della morte del figlio fu una mazzata da cui fu difficile riprendersi: “Era vietato cadere in depressione, cosa impossibile dopo che è mancato Francesco. Beatrice dopo la morte del fratello mi disse: “Mamma ci devi aiutare”, ma la perdita di mio figlio era un fatto per me inspiegabile”.
Anche Francesco è venuto a mancare in un incidente. A proposito di quel periodo, la Gavazzeni ha nuovamente citato Vittorio Feltri, persona che è sempre stata vicino alla sua famiglia (Trussardi, Gavazzeni e Feltri sono tutti originari di Bergamo):
“Il mio amico Vittorio Feltri mi ha aiutato in quegli anni: mi chiamava di notte e mi trovava in lacrime. Sognavo di andare in barca a vela e di approdare in una spiaggia dove arrivavano Nicola e Francesco. Dicevo: “Non è che ora ve ne andate subito, eh…”. E poi mi svegliavo”.
Per superare la perdita del marito e del figlio è andata in cura dopo aver avuto istinti suicidi: “Dopo la morte di mio marito, che era socio fondatore, mi hanno dato la Presidenza dell’Associazione Centro Dino Ferrari del Policlinico di Milano, che ho da 18 anni. Mi sono affidata al professor Elio Scarpini, un neurologo: prima di lui ho pensato al suicidio ma mi sono trattenuta per i miei figli. In fondo non sapevo come fare, perché avrei voluto che sembrasse una morte naturale”.