La lotta di Fedez continua: il rapper, pochi giorni fa, ha scoperto di avere un raro tumore neuroendocrino del pancreas. Poco dopo la traumatica diagnosi si è sottoposto a un intervento chirurgico di 6 ore. A parlare dei risvolti della malattia che lo ha colpito è stato Massimo Falconi, professore ordinario all’università Vita Salute e primario di Chirurgia del pancreas al San Raffaele di Milano. Proprio Falconi, martedì scorso, ha operato il marito di Chiara Ferragni, asportandogli una porzione del pancreas. Nelle scorse ore il medico ha spiegato dettagliatamente quali sono le possibilità di guarigione completa per coloro che si ritrovano a combattere contro una simile patologia.
Il primario ha rilasciato un’intervista a La Repubblica e a Leggo. Innanzitutto ha spiegato che l’intervento chirurgico non è la prassi con cui si procede sempre. La decisione di operare o meno dipende da paziente a paziente, “nonché dallo stadio in cui la neoplasia si trova nel momento in cui viene fatta la diagnosi“. Quindi ha sottolineato che a livello comunicativo è importante dire che si tratta di un “tipo di tumore che, rispetto all’adenocarcinoma pancreatico, ha fortunatamente maggiori possibilità di cura”.
“Se scoperto in tempo ed è localizzato, la chirurgia radicale porta ad alte percentuali di guarigione”, ha aggiunto Falconi. Non si sa con precisione la situazione clinica di Fedez, ma, secondo quanto lui stesso ha dichiarato prima dell’operazione, la diagnosi sarebbe arrivata con tempismo, il che fa ben sperare.
Massimo Falconi, il medico che ha operato Fedez: “L’intervento chirurgico è complesso”
Falconi ha aggiunto che se il tumore viene individuato con rapidità ed è localizzato, la chirurgia radicale, vale a dire l’eliminazione dell’intera massa neoplastica, può condurre alla guarigione alte percentuali di pazienti. “Spesso – ha rimarcato il professore – l’intervento chirurgico è complesso. Punta ad asportare completamente la malattia, preservando il più possibile la funzione dell’organo”.
Capitolo rimozione del tumore: può essere totale o parziale. C’è poi da capire se la scoperta del cancro è tempestiva o tardiva (non sarebbe il caso del rapper) e se ci sono già metastasi. Attualmente ci sono comunque disponibili diversi farmaci efficaci anche per le situazioni più difficili:
“Dalla chemioterapia (efficace solo in alcune forme) agli analoghi della somatostatina, farmaci a bersaglio fino alle strategie locoregionali (come l’embolizzazione o la termoablazione epatica) – ha evidenziato sempre Falconi -. Recentemente poi è stata approvata anche in Italia la nuova terapia radiorecettoriale, in grado di veicolare un’energia ‘distruttiva’ mirata in modo specifico sulle cellule cancerose”.
Parlando di freddi numeri relativi al tasso di sopravvivenza, Falconi ha riferito che queste neoplasie nel nostro Paese hanno percentuali piuttosto alte di guarigione, oltre il 60%. “Negli ultimi anni – ha chiarito -, con le nuove terapie abbiamo fatto passi in avanti significativi. Però è determinante essere curati in centri di riferimento, dove operano gruppi multidisciplinari di esperti, perché servono le competenze di diversi specialisti”.
Fedez, cosa sono i NET (tumori neuroendocrini “rari e silenziosi”)
Il primario ha poi spiegato nel dettaglio cosa sono i NET (dall’inglese Neuro-Endocrine Tumors). Trattasi di tumori rari, quasi sempre silenziosi. Solo nel 20% dei casi danno sintomi, correlati all’iperproduzione di ormoni. I Nets, ha raccontato Falconi, “sono un gruppo di neoplasie molto diverse fra loro, alcune aggressive altre ‘indolenti’. Ovvero che evolvono lentamente. Ma se scoperto in tempo ed e localizzato, la chirurgia radicale porta ad alte percentuali di guarigione”.
Questa tipologia di tumori nascono dal sistema neuroendocrino, costituito da cellule con caratteristiche tipiche “sia delle cellule endocrine, quelle che producono gli ormoni, sia di quelle nervose”. “Queste cellule – ha sottolineato il medico – sono presenti in tutto l’organismo. Quindi i Nets possono colpire organi differenti quali pancreas (come nel caso di Fedez, ndr), intestino, polmoni, tiroide, timo o ghiandole surrenali”.
Per quel che concerne la pericolosità di queste malattie è assai difficoltoso dare una risposta univoca, poiché ci sono parecchi sottotipi di tumori neuroendocrini. “In base all’aspetto delle cellule neoplastiche, i Nets si possono suddividere in ‘ben differenziati, che crescono in genere lentamente e sono meno aggressivi (ma comunque potenzialmente maligni, possono dare metastasi anche dopo molti anni)”, ha spiegato sempre l’esperto. C’è poi una tipologia di tumori “scarsamente differenziati, che si sviluppano più velocemente e hanno maggiori probabilità di essere metastatici fin dall’inizio”.