Mancano ormai pochi giorni all’uscita del docufilm “Vivo con i sogni appesi” dedicato alla carriera del celebre cantante Ultimo su Prime Video. Ultimo, al secolo Nicolò Moriconi, è nato a Roma nel 1996 e in soli quattro anni ha raggiunto le vette del successo. Tutto è iniziato nel 2018 quando vinse il Festival di Sanremo nella categoria Nuove Proposte, per poi conquistare il secondo posto nel 2019. Per finire durante l’ultima edizione della kermesse musicale Sanremese è arrivato in quarta posizione con il brano Alba. Per celebrare tutti questi successi e i primi anni della sua carriera, Ultimo ha rilasciato una lunga e appassionata intervista al Corriere della Sera. Nel corso della chiacchierata il cantautore ha ripercorso le tappe fondamentali della sua vita privata e professionale, regalando anche qualche particolare sulla sua vita sentimentale.
L’infanzia a Roma e i “fallimenti”
La prima domanda che è stata posta al cantante è stata quale fosse il suo primo ricordo da bambino. “La Roma. Abbiamo vinto lo scudetto. Ho solo cinque anni, papà non può portarmi con lui allo stadio; però mi porta a casa una zolla del prato dell’Olimpico, avvolta in una sciarpa giallorossa”, ha risposto Ultimo. La sua Roma, la città che l’ha visto nascere, crescere e diventare l’artista di fama mondiale che è oggi. Ultimo è da sempre molto legato alla sua città natale e in particolare al suo quartiere che ancora oggi continua a frequentare assiduamente, San Basilio.
Ciò che più ricorda del suo quartiere è il parchetto, il luogo dove passava la maggiorparte del suo tempo libero: “Si chiama parco Paolo Panelli, ma se lo cerca su Google viene fuori “parchetto di Ultimo”. È una cosa che mi rende felice, un giorno mi piacerebbe poterci fare qualcosa. Sono sempre stato un’anima tormentata, quando stavo male passavo i pomeriggi là, con le cuffie e la sigaretta.”
A un certo punto, parlando della sua infanzia e degli inizi della sua carriera, inevitabilmente il viso di Ultimo si scurisce pensando a tutti quelli che, citando Venditti, definisce “fallimenti”. Il riferimento è ai rifiuti che ha ricevuto nel corso degli anni prima di diventare famoso: “Mi sono presentato tre volte ad Amici, due volte a X Factor, due volte a Sanremo giovani, al tempo di Carlo Conti, e non mi hanno mai preso”. Sette rifiuti per un cantante che ha poi riempito stadi come il Circo Massimo, San Siro ed emozionato milioni di persone con le sue canzoni che sembrano quasi poesie come Piccola Stella. Rifiuti che però non lo hanno scoraggiato, regalandogli invece la forza di riprovarci diventando ciò che è oggi.
L’origine del nome Ultimo e il rapporto con gli altri artisti
In molti negli anni si sono interrogati sul significato del nome “Ultimo” e perché il cantante lo avesse scelto come pseudonimo: “Con gli amici del parchetto ci chiamavamo Les Miserables, come il romanzo di Victor Hugo, l’avevamo anche scritto per terra con lo spray. La nostra chat su WhatsApp si chiama i Miserabili. Avevo pensato a Miserabile anche come nome d’arte; ma suonava davvero male. Ultimo invece mi è parso subito perfetto. Un biglietto da visita dettagliatissimo.”
Nel corso dell’intervista c’è poi stato spazio anche per ricordare la sua prima esibizione: “Fu un disastro. Mi sembra di sentire ancora l’odore del pesce. Tre file con cinque sedie, quasi tutte vuote. Ricordo una signora di settant’anni che aveva il banco al mercato, due ragazzini di passaggio, e cinque amici che erano lì per me. Le assicuro che è molto più difficile cantare per otto persone che per ottantamila. Chiedevo: potete venire qui davanti? Ma non si muoveva nessuno. Così ho suonato da seduto, per avere il pubblico all’altezza dei miei occhi.”
L’amore per la musica è iniziato quando era solo un ragazzino: “A otto anni. Pianoforte. L’ho studiato per dieci anni, all’inizio con il maestro Santi Scarcella, che saluto. Mio papà Sandro mi spingeva su una strada più protetta, ma mia mamma Anna mi ha sempre incoraggiato. È una sorcina persa, ascoltavamo Renato Zero tutto il giorno. C’è un verso che mi è rimasto impresso: sana ingenuità. Io sono così: sanamente ingenuo.” E a proposito di Zero, il cantautore ha dichiarato di averlo conosciuto personalmente: “Quando il fratello di mamma, zio Ciro, ha avuto un grave problema di salute, Renato gli è stato vicino anche se non lo conosceva: andò a trovarlo in ospedale, citofonava a casa per sapere come andava. Così, una delle volte che ho provato ad andare a Sanremo Giovani, ho fatto chiedere a Renato se voleva sentire la canzone.”
Parlando della sua carriera non è stato possibile evitare il riferimento all’edizione di Sanremo del 2019, quando Ultimo arrivò secondo dopo Mahmood. Ultimo ha affermato di non essere rimasto male per la sconfitta al Festival, nonostante la sua canzone “I tuoi particolari” avesse trionfato nel voto popolare, e ha aggiunto: “Sono tornato quest’anno a Sanremo, proprio perché l’avevo lasciato in un modo che non mi era piaciuto, e volevo riappacificarmi con il festival. Non ne avevo certo bisogno per rialzarmi, ero reduce dal Circo Massimo e da quindici stadi, ma volevo esprimere la mia riconoscenza per quel palco e per quello che c’è dietro, per tutto quello che rappresenta.”
E infine sul rapporto con Mahmood ha rivelato: “Non abbiamo avuto modo di conoscerci perché ognuno si fa i cavoli suoi, ma non ho nulla contro di lui. Quel momento ci ha visti contrapposti, ma era una diatriba creata da altri.”
L’amore per Jacqueline
“Ho visto la foto di una giacca disegnata da lei, con una pezza a forma di chitarra, e le ho scritto: “Vuoi essere la chitarrista del mio prossimo tour?”. Ci siamo dati appuntamento a Trastevere, il quartiere dove è nata. Sono arrivato con uno zainetto e quattro birre. Abbiamo parlato tutta la sera, era tanto che non passavo una sera normale. Il giorno dopo lei partiva per l’America”, queste le prime parole del cantautore nel momento in cui si è trovato a parlare della sua attuale fidanzata, la figlia di Heather Parisi.
E infine ha rivelato: “Ci eravamo innamorati, senza esserci mai dati un bacio. Ha una naturalezza, una solarità, un modo di essere invisibile ai più. Volevo capire cosa si nascondeva dietro di lei. Così appena è stato possibile l’ho raggiunta in America.”