In prossimità della Giornata contro la violenza sulle donne che ricorrerà il 25 di questo mese, Silvia Toffanin ha deciso di dedicare la puntata di Verissimo del 21 novembre al mondo femminile. Fra gli ospiti sarà dedicato uno spazio a Valentina Pitzalis, la ragazza sarda sopravvissuta nel 2011 a un tentato femminicidio da parte dell’ex marito Manuel Piredda.
La ragazza ha raccontato di aver chiesto a Manuel, il marito, la separazione e da lì è scaturito il gesto di violenza. L’uomo è morto durante la vicenda ma da vittima pare che Valentina sia diventata carnefice. La ragazza, infatti, è stata coinvolta in una battaglia legale contro la famiglia di lui che l’ha accusata per anni di omicidio colposo, incendio doloso e istigazione al suicidio nei confronti di Manuel.
La tragica storia di Valentina Pitzalis: l’aggressione dell’ex marito Manuel
La storia che ha distrutto la vita di Valentina è tragica. Il fatto si è svolto in provincia di Carbonia, nel Sud Sardegna. Dopo aver chiuso il proprio matrimonio con il marito Manuel Piredda (27 anni, muratore) la ragazza era stata convita da quest’ultimo a recarsi presso il suo appartamento a Bacu Abis per prendere alcuni documenti.
Era la notte tra il 17 e il 18 aprile 2011 quando si consumò il fatto. Non appena Valentina fu dentro casa, Manuel le gettò addosso della benzina e le diede fuoco. Nell’incendio, che presto inghiottì anche l’abitazione, perse la vita lo stesso ragazzo. Valentina, invece, dopo essere stata nel rogo per venti minuti, fu soccorsa e salvata dai pompieri. Tuttavia, rimarrà sfigurata per tutta la vita.
In seguito a questi fatti, Roberta Mamusa, madre di Manuel, cercò in tutti i modi di incolpare Valentina della morte del figlio. La prima denuncia arrivò nel 2016, ma venne archiviata. A quel punto la donna si avvalse del web per amplificare l’odio nei confronti di Valentina, tanto da presentare una seconda denuncia. Poi una terza nel 2017 in cui l’indagine venne riaperta per le modalità in cui Manuel perse la vita.
Dall’autopsia il corpo rivelò che Manuel fosse morto prima dello sprigionarsi delle fiamme ma l’assenza di segni di arma da fuoco. Al tempo, però, non si capì se il ragazzo morì per aver inalato fumi e polveri dovute all’incendio o per l’incresparsi delle fiamme.
Le indagini sulla Pitzalis furono lunghe ed estenuanti. Fu intercettata per mesi mentre Roberta Mamusa venne condannata per diffamazione nei confronti di Valentina. Alla fine Valentina Pitzalis ebbe la meglio, vinse la causa e il 1 ottobre 2020 venne liberata dalle accuse dal Gip.
Valentina Pitzalis a Verissimo
La ragazza ha raccontato alle telecamere di Verissimo l’insistenza dei familiari del marito nel cercare di far riaprire l’inchiesta per tre volte. “Sapevo di non aver fatto niente”, ha dichiarato la ragazza che ha raccontato anche delle offese ricevute sui social:
“Sono stata minacciata di morte, sui social mi auguravano cose terribili, anche dopo tutto quello che avevo subito. Io però ho deciso di praticare la felicità anche perché non voglio dargliela vinta in alcun modo.”
Una lunga storia in cui alla fine ha vinto la giustizia e la carità. Sì, perché Valentina ha anche dichiarato di non avere abbastanza denaro per poter supportare le spese legali ma di aver incontrato l’aiuto della campagna di Fare del bene Onlus dal nome “Aiutiamole”, che opera a sostegno di casi di questo tipo:
“Dopo tutto quello che ho passato non sono in grado di supportare le spese legali che ho affrontato anche se ho vinto la causa, perché la controparte si è dichiarata nullatenente e non si è arrivati a un processo. Tutte le spese sostenute, che ammontano a circa 98mila euro, dovrei pagarle io. Da sola non riuscirò mai a sostenerle, però l’associazione ‘Fare del bene Onlus’ ha attivato una campagna, che partirà dal 25 novembre, dal nome ‘Aiutiamole’ e che quest’anno ha deciso di sostenermi per aiutarmi a chiudere definitivamente i conti con il passato. Ringrazio tutti quelli che mi vorranno aiutare.”