Alex Schwazer sbarca a Verissimo. Il marciatore sarà protagonista della puntata di sabato 13 marzo. Ai microfoni del talk pomeridiano del sabato di Canale 5 ha raccontato il suo stato d’animo dopo che il Tribunale di Bolzano lo ha assolto in seguito alla squalifica per doping relativa al 2016. L’atleta ha esternato tutta la sua soddisfazione per la sentenza, che ha fatto luce su fatti che hanno intaccato inesorabilmente la sua carriera e la sua reputazione.
Schwazer ha confidato a Silvia Toffanin di non essersi ancora reso conto del tutto di quel che è successo e che ha bisogno ancora di tempo per metabolizzare lo sviluppo degli eventi recenti che lo hanno riguardato. “Quando è iniziata questa cosa non avevamo certezze che saremmo riusciti a dimostrare la mia innocenza e non sapevamo quando questo sarebbe potuto accadere”, ha dichiarato Alex.
L’assoluzione è giunta in quanto il giudice ha sentenziato che le provette ‘incriminate’ – che gli sono costate la squalifica per doping e quindi la relativa estromissione dalle competizioni – sono state alterate. Chi si nasconde dietro a tale diabolico fatto? “Ho un’idea su chi possa essere stato”, la replica del marciatore che però ha aggiunto che la difficoltà sta ora nel dimostrare chi ha effettuato l’alterazione. Nessuna certezza, anche perché, altrimenti, come puntualizzato da Alex, i nomi li avrebbe “già detti tempo fa nelle dovute sedi”.
Il campione è certo di una cosa: che nei suoi confronti qualcuno ha ordito un complotto. Complotto che gli ha fatto trascorrere “quattro anni e mezzo difficili” dal punto di vista emotivo. La volontà a non arrendersi è stata la voglia di “smascherare un’ingiustizia”. Nonostante le difficoltà Alex non ha mai gettato la spugna. Sconfortato sì, piegato pure, ma mai si è lasciato ‘spezzare’. A guidarlo la sicurezza di “essere innocente”. “Per questo non ho avuto un crollo psicologico”, chiosa.
Ora che si vede la luce in fondo al tunnel, Schwazer ha già posto il prossimo obbiettivo da raggiungere a livello agonistico e professionale: le Olimpiadi di Tokyo. C’è però da superare un ultimo scoglio, cioè quello della giustizia sportiva per cui la squalifica è valida fino al 2024. Alex sa che non sarà semplice dal punto di vista burocratico e giuridico sbrogliare la matassa, ma, come ha sempre fatto, proverà in ogni modo a risolvere la situazione e a tornare a correre. Anzi a marciare