In occasione del suo ottantesimo compleanno, il prossimo lunedì, Bruno Vespa ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera. Uno dei giornalisti considerati pilastri portanti della Rai, ha raccontato a Tommaso Labate vita privata e carriera lavorativa. Tra le altre cose, il conduttore di Cinque Minuti ha anche parlato di rimpianti, dicendo la sua sul motivo per cui, negli anni passati, si era cercato di ridurre o addirittura cancellare il suo Porta a Porta. L’affermazione però, non è stata gradita dai social.
Entrato a far parte dei lavoratori del Servizio Pubblico Radiotelevisivo a 18 anni, nel 1962, Bruno Vespa vanta una tra le carriere più lunghe in Rai. Lui stesso, proprio nell’intervista al Corriere, ha confessato di non aver intenzione di andare in pensione presto. Il giornalista infatti, ha spiegato che il suo lavoro terminerà solo quando lo deciderà il Padreterno.
Nel frattempo, Vespa è uno dei volti più presenti all’interno del palinsesto di Rai Uno. Il giornalista abruzzese vanta uno spazio quotidiano di approfondimento politico e di attualità come Cinque Minuti e soprattutto il longevo Porta a Porta che, dal 1996, monopolizza la seconda serata di Rai Uno.
Nonostante questo, a Tommaso Labate Vespa ha confessato di aver un rimpianto che riguarda proprio il suo percorso professionale. In una delle prime domande riportate oggi sul Corriere, il giornalista ha confessato che avrebbe potuto avere una carriera più agevolata.
Perché volevano cancellare Porta a Porta
Il motivo? Secondo il presentatore, risiederebbe nel suo orientamento politico. Vespa ha infatti spiegato che il suo non essere di sinistra ha reso meno agevole il raggiungimento dei suoi successi lavorativi. Le sue parole:
Sono convinto che, se fossi stato di sinistra, la mia carriera sarebbe stata più agevole.
In più, ha continuato il giornalista, questa sarebbe anche la ragione per cui, in passato, in Rai si è cercato di ostacolare la messa in onda di Porta a Porta:
Per esempio, non avrebbero ridimensionato o cercato di chiudere Porta a Porta.
Nonostante le accuse mosse dal giornalista però, c’è da dire che non si ricordano, almeno nella storia recente, notizie in cui si minacciava la chiusura del suo programma di punta.
Forse proprio per questo, la polemica lanciata da Vespa, ha subito scatenato i social, come già era successo in passato per il talk sull’aborto. Gli utenti su X in particolare, hanno fatto notare che il conduttore è sempre stato uno dei volti di punta di Rai Uno, definendolo addirittura “il giornalista più potente d’Italia” e ritenendo l’accusa totalmente infondata.
Bruno Vespa, il giornalista più potente d'Italia, dice «Se fossi stato di sinistra avrei avuto la carriera agevolata». Lo chiameremo vittimismo sistemico, una delle grandi tendenze dell'era contemporanea.
— Ferdinando Cotugno (@FerdinandoC) May 23, 2024
Bruno Vespa, in onda ininterrottamente dal 1962. pic.twitter.com/k1ZZ6yJN4N
— mario di vito (@oiramdivito) May 23, 2024