Christian Vieri a ruota libera. L’ex calciatore, oggi imprenditore di successo e innamoratissimo di Costanza Caracciolo, si è raccontato ai microfoni del Corriere della Sera. Tantissimi i temi trattati: dall’amore per l’ex velina di Striscia la Notizia, alla ferma condanna sulla violenza contro le donne, fino alla sua infanzia trascorsa in Australia.
Bobo è stato un rubacuori prima di trovare ‘dimora fissa’ con Costanza. Per anni ha riempito le pagine dei magazine di gossip. Quando gli si domanda quante donne abbia avuto non sa rispondere con precisione, replicando con un “boh” sorridente”. Meno vago quando gli si chiede quante ne ha amate veramente. “Non tante”. Quindi la Caracciolo, la donna che lo ha fatto capitolare definitivamente e con la quale ha messo su famiglia sposandosi e accogliendo due figlie, Isabel e Stella.
A proposito del matrimonio, racconta che ci ha “messo pochissimo a capire” che avrebbe costruito una “famiglia con lei”. “La conoscevo da dieci anni – spiega -, sapevo bene che tipo di donna avevo davanti. È stato veloce, tutto molto semplice. L’ho rivista e in un lampo ho realizzato che ci saremmo sposati”. Bobo è tutto miele e zucchero per la moglie: “È davvero bella, su questo non ci sono dubbi. Poi, ha grande carattere, mi piace. Ed è sempre solare”. Grande moglie ma anche grande mamma, giusto? “La numero uno. Non potevo chiedere di meglio”.
La coppia, come sopradetto, ha avuto due figlie, Isabel e Stella. “Voglio che crescano forti e indipendenti”, afferma con convinzione Vieri che passa poi a parlare della violenza che ancora oggi subisce il mondo femminile. “Mi fa rabbia. Non la concepisco. Chi usa violenza – di qualsiasi tipo – sulle donne è tutto tranne che un uomo. È un codardo, una nullità”, chiosa con amarezza.
Capitolo Australia: Bobo è nato a Bologna, poi, a 4 anni, emigrò in Australia con la famiglia. Nella terra dei canguri restò per 10 anni, prima di rientrare a Prato e spiccare il volo nel mondo del calcio italiano. Quella terra lontana gli è rimasta nel cuore. Verde, canguri, koala, libertà, spazio, cricket, rugby ma soprattutto tanti amici con cui divertirsi e fare esperienze di vita.
C’era un po’ di tutto: lingue differenti e culture diverse. “Tutti in Bmx, si parlavano decine di lingue (ride)”, ricorda, giungendo su un altro tema assai dibattuto. Quello del razzismo. “Non esisteva razzismo, non esisteva niente di queste cose. Eravamo un gruppo di amici che volevano godersi ogni momento insieme”, spiega l’ex calciatore che aggiunge che quando sente parlare di certi episodi relativi al colore della pelle è attanagliato dal “voltastomaco per quanta ignoranza ci sia ancora in giro, anche qui in Italia”. “Non lo capisco. Pazzesco!”, chiosa.
Per Vieri il ‘mix’ di culture è un qualcosa di familiare, perché in mezzo alla ‘diversità’ ci è cresciuto. In Australia aveva un vicino di casa italo-peruviano, un altro di origini greche. E poi ancora un serbo, un croato e un egiziano. “E non dimenticherò mai – conclude – la mamma spagnola di Daniel che a un certo punto della giornata cacciava urla tremende per richiamare il figlio a casa”.